Una pila di documenti per il ministro

Il clima politico si scalda per l’evento di oggi. La Lega «si farà sentire, ma con moderazione». Forza Italia non ci sarà
Di Alessia Forzin
BARSOTTI - MINISTRO DEL RIO GRAZIANO A PALAZZO MORONI
BARSOTTI - MINISTRO DEL RIO GRAZIANO A PALAZZO MORONI

BELLUNO. Arriverà in tempo? Il ministro per gli affari regionali e le autonomie Graziano Delrio deve prendere un aereo a mezzogiorno per poter essere alle 16 in Sala De Luca, dove incontrerà i sindaci, le categorie economiche e le parti sociali. Ma ieri è stato convocato un consiglio dei Ministri per le 9.30. «Il Ministro ha confermato la sua presenza», spiega il deputato democratico Roger De Menech. «Ma la conferma definitiva la avremo solo domani (oggi, ndr)». Intanto il Bellunese si sta muovendo. Ci sono tre documenti pronti per essere consegnati nelle mani del ministro: sono usciti dal tavolo sull'economia, convocato ieri in Camera di Commercio, dal territorio (se ne è fatto portavoce il Bard ma è aperto) e dall'assemblea provinciale del Pd, che ribadisce che la Provincia di Belluno va mantenuta. E si scalda anche il clima politico, con la Lega Nord che darà battaglia, il Pd che si difende, il centro destra che non parteciperà agli incontri.

La Lega Nord si «farà sentire». L'appello del Carroccio è chiaro: «Il ministro del governo Letta verrà in visita per tentare di farci bere la medicina della Provincia di secondo grado con una sua specificità, ma a questo noi non cederemo. Le nostre idee sono chiare: Provincia elettiva di primo grado con una sua forte autonomia fiscale, come Trento e Bolzano», si legge. «Domani (oggi, ndr) ci faremo sentire, ma senza esagerare», dice il segretario provinciale Diego Vello. «Stiamo però pensando di istituire un presidio fisso per chiedere l'autonomia per la nostra provincia». Vello, infine, avverte i bellunesi: «Spero che i sindaci e le categorie non siano così fesse da cascare nel tranello». Gli fa eco la senatrice Raffaela Bellot, che critica gli ultimi provvedimenti decisi a favore delle Province autonome di Trento e Bolzano: «Evidentemente Letta deve aver cambiato idea: il suo atteggiamento smentisce le promesse fatte a Longarone il 12 ottobre. Oggi, per un pugno di voti in più, ha preferito cambiare rotta e condannare a morte i nostri territori. Non chiediamo che queste prerogative siano tolte a Trentino e Alto Adige, ma che siano concesse anche alla provincia di Belluno». Il consigliere regionale Matteo Toscani, infine, ha scritto una lettera aperta a Delrio, per ribadire che «una parificazione delle condizioni dei territori alpini è diventata improcrastinabile. Non è una battaglia ideologica nè polemica strumentale, ma una questione di equità sociale, di serietà istituzionale e di rispetto per questa popolazione di montagna che sta esaurendo la sua pazienza».

Il Pd porterà un documento. «Consegneremo al ministro il documento che hanno sottoscritto gli elettori votando il nuovo segretario nazionale», spiega il segretario provinciale dei Democratici Erika Dal Farra che rispedisce al mittente le critiche di chi ha bollato la visita di Delrio come uno spot del Pd: «Se lo fosse, avremmo presentato qualcuno che non crea la tensione che si avverte in questi giorni».

Anche il gruppo “Belluno Bene Comune” del Pd, attraverso Piergiorgio Salvati, chiede al ministro di valutare attentamente il manifesto votato dall'assemblea provinciale, mentre il consigliere regionale Sergio Reolon ricorda che «tutti i provvedimenti a favore delle Province autonome di Trento e Bolzano sono la diretta conseguenza dell’accordo di Milano fatto dal governo Berlusconi» e chiede alla Regione di sbrigarsi nel dare attuazione all'articolo 15 dello Statuto.

Ghezze: non ci andrò. Piccoli: forse. «Non andrò a mangiare la mela avvelenata del Pd nei confronti di una provincia che è già estremamente sofferente», dice Stefano Ghezze. «Questa propaganda mi sembra fuori luogo, ci vuole rispetto per il territorio e per chi ci lavora. Chi ci sta rappresentando a livello nazionale deve fare una profonda riflessione, lasciando da parte ordini di scuderia e guardando solo al bene del territorio». Il senatore di Forza Italia Giovanni Piccoli, infine, si dice «sorpreso» per l'atteggiamento del Pd bellunese. «Sono tutti a cantare vittoria per una soluzione tampone che si concretizzerà al massimo in una Provincia di secondo grado. E pensare che proprio la sinistra a Belluno ha sempre criticato aspramente il Consorzio Bim. Siamo al paradosso». Piccoli presenterà un emendamento per mantenere la Provincia di Belluno come ente di primo grado: «è la condizione indispensabile per poter resistere alla concorrenza dell’Alto Adige. Oggi servono risposte economiche forti, non passerelle politiche. E serve anche che ci confermino i fondi del patto di Milano, oggi gestiti dall’Odi».

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