Una rete di cittadini sorveglia il territorio e aiuta la comunità

Nove Comuni hanno aderito al progetto della Prefettura per il controllo di vicinato e in queste zone i furti sono in calo

BELLUNO. L’ultimo “colpo” lo hanno messo a segno aiutando a identificare gli autori dei furti di bici e scooter a Seren del Grappa. Segnalazioni preziose, che hanno permesso ai carabinieri di risolvere in pochi giorni l’indagine. La rete del controllo di vicinato è attiva in nove comuni della provincia e sta dimostrando di funzionare. Non solo perché dove i cittadini si sono organizzati sono sensibilmente diminuiti i furti in abitazione, ma anche e soprattutto perché nelle comunità si è diffuso un sentimento di maggiore sicurezza e di fiducia.

Nato nel 2016 sull’onda dei furti che, quasi ogni notte, esasperavano la popolazione dell’Alpago e poi anche di Ponte nelle Alpi, il controllo di vicinato è un progetto coordinato dalla Prefettura, che ha siglato con alcuni Comuni della provincia un protocollo d’Intesa. Ad oggi sono nove quelli che hanno aderito. I primi ad aver firmato sono stati Belluno, Ponte nelle Alpi, Alpago, Chies e Tambre. Poi si sono aggiunti Pieve di Cadore, Santa Giustina, Seren del Grappa e, ultimo in ordine di tempo, San Gregorio nelle Alpi.

Non sono ronde. I cittadini devono fare i cittadini. Il pattugliamento del territorio spetta alle forze dell’ordine. Il controllo di vicinato, infatti, non ha nulla a che vedere con le ronde, come precisa la stessa Prefettura. Si tratta di un’organizzazione di cittadini che si rifà alla tradizione del buon vicinato, tipica delle piccole comunità e ancora presente in molte parti del territorio bellunese. Viene così ricreata una rete di persone che si occupa del quartiere in cui vive, con un referente che fa da anello di congiunzione fra chi aderisce al controllo di vicinato e le forze dell’ordine. Tutti, sia il referente (di solito un capofrazione, o la persona di riferimento per la comunità) che i cittadini che aderiscono all’organizzazione, vengono formati dalle forze di polizia.

Il vademecum. Una segnalazione va fatta nella maniera corretta. A tal fine la Prefettura ha stilato un vademecum per i gruppi di controllo di vicinato. Quando si segnala una persona o un’auto sospetta bisogna indicare il proprio nome e cognome (qualora non sia indicato nel gruppo whatsapp, uno degli strumenti maggiormente utilizzati per il coordinamento dai gruppi di controllo di vicinato), da dove si sta chiamando e descrivere cosa si è visto. Se si tratta di persone è opportuno indicare quante sono, se maschi o femmine, in che direzione sono dirette, la corporatura, il colore dei capelli, i vestiti che indossano, se hanno qualche segno particolare (come un tatuaggio o una cicatrice) e l’accento, se possibile.

Se si descrive un’auto va indicato il colore, il modello o almeno il tipo (utilitaria, fuoristrada, monovolume, ecc.), dove si trova o in che direzione si sta muovendo, la targa anche parziale, eventuali segni particolari come ammaccature o adesivi, quante persone siano a bordo e una loro descrizione. In caso di flagranza di reato, ovvero se si è testimoni di un furto o di un altro reato, bisogna contattare subito i numeri di emergenza (112-113), senza passare per il referente del gruppo del controllo di vicinato. La rapidità, in questi casi, è essenziale per riuscire a fermare i malviventi.

Il controllo funziona. La Prefettura, che coordina il progetto, ha attivo anche un tavolo tecnico che si riunisce periodicamente. Il progetto sta dando buoni risultati: «Segnalare qualcosa di strano, un’auto o una persona che non è mai stata vista prima in quel centro abitato, spesso permette alle forze dell’ordine di prevenire reati come i furti», fanno sapere dalla Prefettura. In più c’è l’effetto deterrente dei cartelli, che per il momento sono stati installati solo in comune di Ponte nelle Alpi ma indicano a eventuali malviventi che in zona è attiva una rete di controllo fatta di cittadini. Sentinelle vigili e sempre attente a monitorare il territorio.

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