Una richiesta a settimana per portare Fido all’Apaca
BELLUNO. D’inverno una separazione o una malattia. D’estate tanti, forse troppi, trasferimenti in luoghi dove i cani non sono ammessi. La casistica degli amici a quattro zampe dell’Apaca si impenna a ridosso dei mesi estivi quando le richieste di affidamento alla struttura gestita da volontari avanzano al ritmo di una a settimana. «Noi ci occupiamo di accogliere i cani che i privati non possono più tenere» spiega Tamara De Cian, da febbraio presidente dell’associazione, «e nel periodo estivo le richieste aumentano: d’inverno sono solitamente legate a motivazioni come separazioni tra coniugi o anziani che vanno a vivere in casa di riposo mentre d’estate veniamo contattati anche via mail, di solito con la scusa di un trasloco in una casa dove non c’è posto per il cane».
Non c’è solo chi entra. A cinque mesi dall’elezione del nuovo presidente, l’Apaca fa il punto di quanto fatto finora e per il futuro punta tutto sulla comunicazione. «Abbiamo un sito nuovo di zecca che ci è stato regalato dall’Svg» spiega de Cian, «e usiamo il nostro profilo Facebook per comunicare le attività dell’associazione. E in questo modo abbiamo fatto adottare tutti i cani giovani. Ora stiamo cercando di far adottare gli animali che hanno più di dieci anni. In un paio di casi ci siamo riusciti».
Merito anche della presenza di due educatrici che si sono unite al gruppo di volontari - una trentina tra i 35 e i 40 anni - che accudiscono i 45 cani ospitati nel rifugio. «Le educatrici sono professioniste» spiega la presidente, «che inizialmente ci hanno dato una mano gratuitamente per recuperare alcuni cani dal punto di vista del comportamento. Si sono rese disponibili anche per seguire nel primo periodo le famiglie che scelgono l’adozione. Per chi è alle prime esperienze con un cane è un grande aiuto». L’ingresso in casa di Fido, infatti, porta cambiamenti nelle abitudini e necessita di uno sforzo per interpretare i comportamenti dell’amico a quattro zampe.
Il “nuovo corso” dell’Apaca ha portato anche ulteriori tesseramenti e l’avvio di iniziative per la raccolta fondi. «Stiamo collaborando anche con altre associazioni per combattere i maltrattamenti» continua la presidente, «purtroppo anche nel nostro territorio c’è ancora molto lavoro da fare».
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi