«Una scelta importante non si fa così»
Il sindaco Perenzin è duro: stravolgimento inopportuno, non possiamo copiare altre manifestazioni
FELTRE. «Una modifica di questo genere significa cambiare radicalmente volto alla manifestazione e ha implicazioni che vanno al di là del semplice aspetto dei quattro quartieri che si contendono la vittoria del drappo».
È chiara la posizione del sindaco Paolo Perenzin sulla questione che si riapre del nuovo regolamento: «L’assessore Anna Rossi si è astenuta facendo ben presente che non c’era un parere positivo del Comune e in questo caso l’astensione va vista come un’apertura a prendere in considerazione le motivazioni dei quartieri. Ma sarebbe stato improprio ritenere quella votazione valida come modifica al regolamento, perché una cosa di questa rilevanza non può essere decisa senza un punto all’ordine del giorno».
«Per il Comune essere ai tavoli in cui si discute genericamente di una possibilità di cambiare il regolamento è una cosa, essere convocati a confrontarsi su delle proposte codificate di modifica sapendo che bisogna esprimere un voto è un’altra», aggiunge Perenzin. «L’interpretazione che la presidente Boldo ha dato di ritenere quella votazione come la richiesta formale da parte di tre quartieri di avviare l’iter per arrivare alla modifica del regolamento è corretta. Bisogna che ci sia un’assemblea ad hoc con il punto espresso all’ordine del giorno e la possibilità di ragionare con calma su una scelta che sarebbe di peso rilevantissimo sulla manifestazione. Non è soltanto un rifugiarsi dietro alla forma, ma un richiamo importante».
Detto questo, il parere di Paolo Perenzin è che sia «uno stravolgimento inopportuno, perché non tiene in considerazione una serie di aspetti. Il fatto di avere tre gare che coinvolgono una quota di atleti interni è storicamente una delle modalità con cui il Palio si è radicato nei quartieri e ha creato una capacità di connessione», sottolinea. «Visto che tre quartieri su quattro hanno posto questa cosa con così grande forza, cercherò di entrare maggiormente nel merito delle loro motivazioni e non mi pongo pregiudizialmente. Per quanto riguarda però l’amministrazione, il tentativo di replicare quello che magari succede in Toscana o negli altri Palii non è ciò a cui miriamo quando pensiamo al Palio. Pensiamo piuttosto alla manifestazione come rievocazione, che riesca a coinvolgere anche il centro storico e soprattutto che dal punto di vista della realtà associativa abbia un legame forte con la popolazione. Temo che un Palio che si assegna solo sulla gara dei cavalli tagli il legame con la base e che non ci sia più un sostengo diffuso tra la popolazione».
(sco)
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