Una strada silvo-pastorale salva la borgata di Incino

La via potrebbe essere utilizzata d’estate per collegare la frazione a Cismon Ferazzoli: «Possiamo rilasciare dei permessi ai residenti per il transito»
Di Francesca Valente

Uno spiraglio per uscire dall'isolamento. Grazie alla rilettura di una legge regionale del '92, la frazione Incino, condannata all'emarginazione dal settembre del 2010, potrebbe ricominciare a respirare. I residenti della borgata di Arsiè, isolata da più di tre anni per colpa di un masso rotolato a valle che ha imposto la chiusura della strada interprovinciale, potrebbero chiedere un lascito al comune di Cismon del Grappa per transitare lungo la via silvo-pastorale che passa sul lato opposto della valle e che collega la frazione di Corlo (quasi disabitata) con il paese vicentino.

Questo è consentito dalla legge regionale 14/1992 che disciplina la viabilità su straade silvo-pastorali. All'interno del testo è precisato che «nelle strade silvopastorali e nelle aree assimilate è vietata la circolazione dei veicoli a motore, fatta eccezione per i mezzi dei proprietari dei fondi, dei titolari di altri diritti reali, degli affittuari e dei locatari di immobili situati nel territorio servito della strada, limitatamente al tratto più breve necessario a raggiungere tali immobili, nonché per i mezzi di chi debba transitare per motivi professionali». Purché i mezzi siano muniti di un apposito contrassegno rilasciato dai Comuni sulla base di un modello apposito, con riportati gli estremi di identificazione del veicolo, approvato con deliberazione della giunta regionale. La scoperta è stata fatta lunedì sera durante il dibattito pubblico indetto dall'ex sindaco di Arsiè Dario Dall'Agnol e moderato proprio dal sindaco di Cismon Luca Ferazzoli.

Interpellato più volte sulla questione irrisolta della della strada chiusa di Incino-Cismon, Ferazzoli ha precisato che «se i residenti dimostrano che quello è per loro il tratto più breve per raggiungere la loro abitazione, noi possiamo rilasciare un permesso di transito». La delibera 341 del 2012 è ancora più precisa, perché parla anche del caso in cui la strada silvo-pastorale interessi il territorio di più Comuni. In questo caso «il permesso di transito è rilasciato dal sindaco del Comune del luogo d’arrivo», che in questo caso sarebbe Ivano Faoro per Arsiè, «previa acquisizione del parere positivo degli altri Comuni territorialmente interessati».

Il problema sembrerebbe quindi risolto, se non fosse che per lo scarsissimo uso e per l'assenza di manutenzione nel tratto arsedese, la strada sia diventata in certi punti quasi impraticabile. D'inverno il comune di Cismon chiude il tratto di sua competenza per assenza di manutenzione, ma «d'estate potrebbe diventare la via alternativa per ricollegare i due comuni e ridare respiro ai territori contermini».

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