Una targa in due lingue indica la chiesetta del Vajont

LONGARONE. In vista della ricorrenza del 52° anniversario del disastro si aggiunge un altro importante tassello per la storia del Vajont con la posa della nuova targa che ricorda la vecchia...

LONGARONE. In vista della ricorrenza del 52° anniversario del disastro si aggiunge un altro importante tassello per la storia del Vajont con la posa della nuova targa che ricorda la vecchia chiesetta della diga.

Si tratta di un luogo che attira molti visitatori ma di cui pochi conoscono le vicende del passato: sull’antica strada del Colombèr, vicino al ponte omonimo, sorgeva una chiesetta votiva dedicata a Sant’Antonio da Padova. Alla fine degli anni ’50 con i lavori di costruzione della diga la struttura sarebbe stata distrutta così nel 1958 fu dato incarico allo studio tecnico dell'ingegnere Vincenzo Barcelloni Corte di procedere ad un graduale smantellamento e recupero delle opere architettoniche di pregio per una successiva ricostruzione in un punto più altro. La tragedia cancellò poi completamente i resti di quella chiesa ma nel 1967 l'Enel diede nuovamente l'incarico a Barcelloni Corte di progettare l'attuale chiesa, sempre dedicata a Sant’Antonio e a tutte le vittime. La moderna forma è poco usuale dove le linee rette risultano praticamente bandite, rispettando anche i nuovi canoni voluti dal Concilio Vaticano II, con all'interno un bassorilievo del Cristo Risorto di Franco Fiabane e all’esterno la statua di Sant’Antonio con lo sguardo rivolto al cielo.

L'iniziativa della targa è stata voluta dall’amministrazione comunale di Erto e Casso, dal Parco delle Dolomiti Friulane e da Enel, su proposta di Luigi Rivis, uno dei responsabili degli impianti idraulici del Vajont al servizio di Sade ed Enel prima e dopo il 1963.

«La zona è sempre affollata di visitatori e turisti», spiega Rivis «e in molti si chiedono quale sia la storia della chiesa che c'era prima e si vede in qualche foto d'epoca. Per colmare questa lacuna storica ho proposto la realizzazione del pannello posto fuori dalla chiesetta, scritto in inglese e in italiano, che spiega con dati, testi e foto questo tassello della grande vicenda del Vajont. Questo è certamente un prezioso strumento offerto al turista».

Alla cerimonia di inaugurazione della targa erano presenti i tre sindaci dei comuni del Vajont: Luciano Pezzin di Erto, Roberto Padrin di Longarone e Felice Manarin di Vajont, oltre che il deputato Roger De Menech. Presente anche Rivis, Enel con Francesco Benardi responsabile Enel Hydro Veneto e Davide Capponi che ha seguito in prima persona il progetto della targa. Non è voluto mancare anche Vincenzo Barcelloni Corte che ha ricordato anche la figura dell'artista Fiabane a pochi giorni dalla sua scomparsa. (e.d.c.)

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