Una villeggiante mantovana in corsa per diventare sindaco in Agordino

Il primo candidato sindaco per le elezioni comunali di San Tomaso arriva dalla provincia di Mantova. E più precisamente da Moglia. È lì infatti che risiede Katia Veneri che la prossima settimana presenterà nel municipio del piccolo comune agordino la lista “Noi per San Tomaso”.
Lista formata da otto persone, compreso il candidato sindaco: cinque (Claudio Ferrari, Massimo Perer, Elisa Zanatta, Giuseppe Vezzani e Katia Veneri) sono proprietari di seconde case, tre (Matteo Mazzuia, Ivan Rudatis, Samuele Canton) residenti in loco.
Un’idea che Veneri dice essere nata già l’estate scorsa, ma che si sarebbe rafforzata e concretizzata dopo l’alluvione di ottobre. In realtà, da quanto si apprende sul territorio, si tratterebbe della classica “lista civetta” collegata alla probabile lista del sindaco uscente per evitare il commissariamento del Comune in caso di non raggiungimento del quorum.
«Abbiamo voglia di metterci a disposizione di una comunità che ci ha da subito accolto con entusiasmo, disponibilità e generosità», dice comunque Veneri, «non vogliamo togliere nulla a quanto l’amministrazione De Val ha fatto in questi anni. Conosco il sindaco e so la grande conoscenza che ha del territorio, ma se ci candidiamo è per prendere i voti che ci consentano di calare le nostre idee sul territorio».
Veneri non è digiuna di politica amministrativa. Dal 2002 al 2011 è stata consigliere di maggioranza nel Comune di Moglia (poco più di 5 mila abitanti), in provincia di Mantova, all’interno di una lista legata a Forza Italia.
«In questi ultimi anni», dice la candidata sindaco a San Tomaso, «non ho mai preso in esame la possibilità di candidarmi nuovamente. Poi nel 2016 con mio marito (Giuseppe Vezzani, anche lui in lista) abbiamo deciso di comprare una casa in montagna. Siamo arrivati a Falcade, poi l’agenzia ci ha portato fino a Canacede, una delle frazioni più alte di San Tomaso, e lì ci siamo fermati».
L’attaccamento a Canacede, dunque, avrebbe spinto Veneri e gli altri proprietari di seconde case (alcuni provenienti da Treviso, altri da Moglia come lei) a pensare alla candidatura. «Veniamo su molto spesso nei fine-settimana», dice, «partecipiamo sempre alle proposte socio-culturali che vengono fatte dalla Pro loco e anche dall’amministrazione comunale. Così, un po’ alla volta, in primis con mio marito, è nata quest’idea. Dopo Vaia la voglia di fare qualcosa per una comunità ferita che, a differenza di quello che si dice delle aree di montagna, è stata sempre molto ospitale e disponibile nei nostri riguardi, è diventato impellente».
La lista, che sarà civica, si propone alcuni obiettivi: dal ripristino della viabilità agli incentivi per trattenere i giovani o spingere altre famiglie a insediarsi a San Tomaso. —
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