Un’angioplastica d’avanguardia eseguita al S. Martino
BELLUNO. Uno strumento di nuova concezione è stato utilizzato per un intervento di angioplastica coronarica (praticamente tramite l’inserimento di uno stent viene allargata una coronaria, permettendo il rifornimento sanguigno al cuore) su un paziente a rischio all’ospedale di Belluno, nell’unità operativa di Cardiologia.
«Si tratta del primo intervento di questo tipo realizzato in Italia», annuncia il direttore del reparto, Enrico Franceschini che aggiunge: «Il paziente era affretto da una coronaropatia diffusa e una grave disfunzione del ventricolo sinistro. Era stato proposto per un intervento di cardiochirurgia, ma non è stato accettato per l’altissimo rischio operatorio. Invece, impiegando per la prima volta in Italia un supporto di circolo sanguigno di nuova concezione, siamo riusciti a salvarlo e questo caso, di rilevanza scientifica, verrà presentato al prossimo congresso nazionale delle società italiane di studi emodinamici», annuncia il primario.
«Le nuove tecnologie, l’attenzione alle cure ospedaliere insieme alla campagne di istruzione per sensibilizzare la popolazione alla problematica del dolore cardiaco, la teletrasmissione dell’elettrocardiogramma dalle ambulanze e dal domicilio del paziente hanno permesso di contrarre in maniera molto significativa la mortalità per infarto miocardico acuto che dal 30% degli anni ’60 è scesa ora al 2-3% nei pazienti sottoposti ad angioplastica coronarica primaria», sottolinea Franceschini.
Emodinamica. Dalla fine del 2015 è attiva a Belluno l’emodinamica h24 con valenza provinciale. «Questa nuova organizzazione della Cardiologia», spiega il primario, «ha permesso di incrementare in maniera significativa il numero di coronarografie (+ 30% rispetto al 2013), delle angioplastiche coronariche (+15%) e specialmente delle angioplastiche “salva vita” in corso di infarto miocardico acuto (+60%). Questo ha permesso di posizionare la Cardiologia di Belluno a livelli più elevati di prestazioni per milione di abitanti rispetto alla media nazionale (dati Gise 2015). Oltre a questo è aumentata anche l’appropriatezza delle indicazioni e di alcune procedure diagnostiche specifiche (ecografia intracoronarica +480%, guide di flusso intracoronariche +260%)».
Le nuove metodiche. Sono state attivate inoltre dal 2014 alcune metodiche particolari quali l’aterectomia rotazionale per trattare gravi calcificazioni vasali coronariche), sono state fatte valvuloplastiche aortiche per allargare valvole eccessivamente strette e calcificate, quando non fosse possibile ricorrere alla chirurgia, sono stati trattati pazienti con piccoli difetti intracardiaci accedendo al cuore tramite un piccolo foro in vena femorale e posizionando il sistema di chiusura all’interno del cuore.
Patologia emergente. Una patologia emergente che viene ora trattata nelle cardiologia è quella legata alle varie forme di insufficienza cardiaca e scompenso che rappresenta il 20% circa della attività totale, questa patologia sarà in futuro sempre più rappresentata come espressione della cronicità anche come effetto atteso del prolungamento della vita media.
Prevenzione. La miglior cura delle patologie cardiache resta sempre un corretto stile di vita fatto di movimento, dieta equilibrata con pochi sali, zuccheri e grassi.
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi