Un’estate da dimenticare per il miele bellunese
BELLUNO. Un calo del 70% nella produzione del miele. Dire che gli apicoltori bellunesi sono preoccupati è poco.
«Siamo disperati, infatti», sottolinea Carlo Mistron, presidente della società cooperativa nata 40 anni fa. «Nelle zone fino ai 700-800 metri possiamo calcolare circa il 30% della produzione “normale”.
Qualcosa di più è stato prodotto dagli alveari siti sopra i 1.000 metri, ma si tratta comunque di quote sotto la media». A non aiutare sono state in primis le condizioni meteorologiche. Se a maggio Apidolomiti aveva lanciato l’allarme per la compromissione della produzione di miele d’acacia, la speranza degli apicoltori era riposta nelle altre varietà: dal tiglio al castagno, al millefiori.
«La speranza è l’ultima a morire», aggiunge Mistron, «ma purtroppo è andata malissimo come si prevedeva. Alla mancanza di miele d’acacia, nella prima parte del raccolto, si è aggiunta anche la scarsa produzione del tiglio. Anche il millefiori, pur se di ottima qualità, è stato pochissimo». «In primavera il maltempo ci ha dato una batosta», continua il presidente di Apidolomiti. «Ha piovuto per troppo tempo. E proprio nel periodo in cui c’era la fioritura dell’acacia, le api non han potuto fare il loro lavoro a causa del meteo avverso. In estate il caldo eccessivo ha bruciato i fiori di tiglio e non si è potuto raccogliere». Al maltempo si aggiunge l’acaro varroa, che in questi anni ha provocato una moria di api. «Succhia la linfa e si riproduce all’interno delle celle», spiega Mistron.
«Le api risultano poi così danneggiate che si crea una virosi. Quest’acaro esiste dal 1982 e non si riuscirà mai a debellarlo. Siamo costretti a conviverci e a “fargli la lotta” con i trattamenti autorizzati, che però non risolvono il problema». In queste condizioni, per gli apicoltori bellunesi è difficile soddisfare l’elevatissima domanda di miele.
«Non riusciamo a rispondere alla richiesta del prodotto nemmeno dei piccoli consumatori», sbotta Mistron. «Arrivati a questo punto, per il 2013 ormai c’è poco da fare. Come contropartita si può però dire che attualmente gli alveari sono in ottima salute e quindi speriamo bene per le prossime produzioni». Tra l’altro, è conto alla rovescia per la grande festa dell’apicoltura e dell’agricoltura che si terrà a Limana nel fine settimana, da venerdì a domenica.
Una tre giorni, "Limana Paese del miele", in cui a farla da padrona sarà la mostra-mercato, ma anche diversi incontri, come quello sull’apicoltura in montagna e le sue opportunità di sviluppo, organizzato proprio da Apidolomiti.
«Un appuntamento, quello di Limana, che attendiamo sempre con ansia», chiosa Mistron. «Quest’anno però gli apicoltori hanno dovuto mettere insieme l’uno con l’altro le produzioni, perché altrimenti avrebbero rischiato di arrivare alla fiera deserti. Speriamo proprio di uscire da questo periodo nero, anche perché la qualità del miele bellunese è decisamente tra le migliori».
Martina Reolon
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