Unico Studenti, sindaci in rivolta
Tutti contro la Provincia che ha eliminato le agevolazioni tariffarie. «Questo è uno di quei serizi che vanno mantenuti, in un momento in cui le famiglie hanno già tante difficoltà»
Gli studenti pagheranno cifre diverse in base ai km di percorrenza
BELLUNO
. I sindaci del Cadore sono sul piede di guerra. L'eliminazione dell'abbonamento Unico Studenti ha scatenato un vespaio di proteste. In testa c'è il sindaco di Pieve Maria Antonia Ciotti, che si dice «stomacata», ma non ci vanno leggeri nemmeno gli altri amministratori, che arrivano a parlare di «cittadini di serie A e di serie B».
Ieri i sindaci si sono mossi fin dal mattino, contattandosi a vicenda e sollecitando a intervenire per la difesa del servizio e di un'uguaglianza di tutti gli studenti anche il presidente della Comunità Montana Centro Cadore Pierluigi Svaluto Ferro. «Questo è uno di quei serizi che vanno mantenuti, in un momento in cui le famiglie hanno già tante difficoltà», afferma.
Unico Studenti era stato introdotto nel 2005 dalla giunta Reolon. La novità più grossa era l'eliminazione del pagamento per fasce chilometriche: tutti gli studenti, di tutto il territorio della provincia di Belluno, da Falcade a Sappada, dallo Zoldano al Cadore, dall'Agordino alla Valbelluna e al Feltrino, fino all'anno scorso hanno potuto andare a scuola pagando, tutti, la stessa cifra, indipendentemente dal loro paese di residenza. Con 234 euro si era coperti.
Quest'anno, però, Palazzo Piloni ha dovuto fare i conti con i tagli imposti dall'alto, e con un bilancio in grossa difficoltà iniziano a saltare i servizi per i cittadini. Come Unico Studenti. Le famiglie dovranno pagare anche il doppio per mandare i propri figli nelle scuole del capoluogo. La prima levata di scudi arriva da Pieve di Cadore: «Le famiglie sono già in difficoltà, non si può tagliare su questi servizi!», sbotta il sindaco Ciotti. «Possibile che tra le pieghe del suo bilancio la Provincia non trovi le risorse per i nostri giovani?».
Sono più di mille gli studenti cadorini che usufruivano di Unico Studenti. 1035 per la precisione, 78 a Pieve. «I nostri ragazzi l'anno scorso pagavano 234 euro, da quest'anno 490,90 euro», continua la Ciotti. «E quelli che devono fare anche l'integrato, per raggiungere le scuole lontane dalla stazione, pagano altri 130 euro. Troppo, davvero, per le famiglie». «Non è giusto che una simile decisione venga presa a venti giorni dall'inizio delle scuole, quando le famiglie hanno già fatto le loro scelte per i figli», è il parere di Pierluigi Svaluto Ferro, presidente della Cm Centro Cadore. «Questo è uno di quei servizi che vanno mantenuti, in un momento in cui le famiglie hanno già tante difficoltà».
Svaluto adombra anche il sospetto che la decisione di cancellare Unico Studenti non sia solo una questione economica, ma che sia legata alla volontà di mantenere gli studenti nei loro territori, da Santo Stefano, a Pieve di Cadore, da Cortina ad Agordo. Un pensiero che formula anche il sindaco di Falcade Murer: «L'Agordino offre una vasta gamma di indirizzi scolastici, i ragazzi potrebbero anche rimanere a studiare vicino casa», afferma. «Certo è vero anche che qualche indirizzo manca, e si rischia di costringere i ragazzi a fare delle scelte in base all'istituto più vicino». «Dobbiamo tutelare tutti gli studenti, perchè vadano dove vogliono a studiare», aggiunge Svaluto, che si augura «un ripensamento da parte politica, per continuare a sostenere una facilitazione importante per le famiglie». Sono diversi i sindaci che protestano per gli aumenti degli abbonamenti.
Da Calalzo Luca de Carlo afferma che cercherà nelle pieghe del bilancio «dei soldi per aiutare le famiglie alle prese con questo salasso». Il sindaco però non se la sente di prendersela solo con la Provincia: «E' colpa dei tagli, che a caduta si ripercuotono sulla Provincia e in ultima analisi sul cittadino», spiega. «Certo è un grosso danno per le zone periferiche del territorio, le più penalizzate in questo caso». Anche il primo cittadino di Cortina Andrea Franceschi spezza una lancia per Palazzo Piloni: «Tenere in vita quest'ente tagliandogli tutte le risorse è un controsenso», afferma. «Questo provvedimento va a colpire le famiglie, che invece andrebbero tutelate in questa fase storica». Meno tenera Maria Antonia Ciotti: «In Provincia sanno dove si può tagliare per trovare i soldi per Unico Studenti», dice. «Perchè gli assessori non si tolgono le loro indennità per esempio?». Po
lemico e rammaricato anche Lino Paolo Fedon (Domegge): «Non si fa così, Unico Studenti era una cosa che funzionava, e mi pare che qui si vada anche contro quel che dice la Lega, di mantenere la gente nel luogo dov'è nata». Fedon capisce la situazione di difficoltà del bilancio provinciale, ma sa anche che «un bilancio si compone di scelte, che vanno fatte in base a obiettivi e lista delle priorità. Questo servizio non andava tagliato».
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