Unifarco taglia il traguardo dei 100 milioni di fatturato

Tutto merito di 250 creme vendute ai turisti un’estate nella farmacia di famiglia a Caviola. La farmacia era quella di Ettore Slaviero, padre dell’amministratore delegato di Unifarco Massimo. «Quell’estate davo una mano a mio padre e ho capito subito che quello era un bel business».
Tutto merito di quelle creme, dunque, se oggi esiste un’azienda come Unifarco, che dà lavoro a 400 dipendenti, oltre a 150 collaboratori impegnati sul territorio, fra formatori, agenti, informatori. Azienda che chiuderà il 2019 con un fatturato record di oltre 100 milioni di euro. I ricavi erano stati 93,87 milioni di euro nel 2018, in crescita del 12,18% sul 2017, che a sua volta era cresciuto del 17,7% sull’anno precedente. «E anche l’Ebitda (margine operativo lordo, ndr) non è male», commenta Massimo Slaviero, «con un +14%».
Ma come si fa a crescere con questi ritmi?
«Vuole la ricetta? Ogni giorno una nuova farmacia diventa nostra cliente in Europa, cioè in Francia, Germania o Spagna. In Italia abbiamo chiuso le acquisizioni. Ad oggi siamo a 5 mila farmacie-clienti, di cui 2.700 all’estero. E il valore aggiunto di Unifarco risiede proprio in questo modello di business “orizzontale”». Così l’azienda di Santa Giustina è diventata leader nella realizzazione di prodotti cosmetici, nutraceutici e dermatologici distribuiti nel canale farmaceutico.
Ma torniamo a quelle 250 creme ed a quell’estate di qualche anno fa...
«Io sono padovano, mi sono laureato in scienze politiche e avrei dovuto fare tutta un’altra carriera, ma quell’estate davo una mano a mio padre Ettore nella sua farmacia e, appunto, sono rimasto colpito dal successo di queste creme che ci vendeva Ernesto Riva, che oggi è il nostro presidente. Da lì l’idea di lanciare insieme questo business, dapprima negli spazi limitati di un garage, eravamo nel 1982, poi dieci anni dopo con il lancio dell’azienda».
All’origine c’era appunto Dolomiti Cosmesi, a cui dettero vita Riva e Slaviero per produrre cosmetici naturali per le farmacie, distribuiti con il nome della singola farmacia. Poi nel 1994 nasce Unifarco Srl, in cui entrano i vice presidenti farmacisti Luigi Corvi (Sales & Marketing), e Gianni Baratto (Scientific Area). Nel 2005 il passaggio a società per azioni, aperta solo ai farmacisti che partecipano attivamente alla strategia aziendale: oggi sono 350 soci, con più di 5 mila farmacie-clienti. «Da sempre», dicono da Unifarco, «valorizziamo il ruolo del farmacista come consigliere di buona salute e forniamo ai nostri partner gli strumenti per mantenere la propria indipendenza e sviluppare una relazione qualificata con chi sceglie i nostri brand». E ancora: «La nostra professionalità si traduce nell’offrire servizi e prodotti unici e personalizzati di alta qualità, grazie a un’approfondita conoscenza del mercato, a un dipartimento di ricerca e sviluppo all’avanguardia, alla selezione di materie prime eccellenti e a processi produttivi certificati».
Tre i brand di Unifarco: “Farmacisti preparatori”, che propone prodotti customizzati, per cui ciascuno farmacista co-firma con il proprio marchio questa linea di prodotti; poi “Unifarco Biomedical”, prodotti dermatologici innovativi per pelle sensibile, intollerante, reattiva e creme e detergenti; infine “Dolomia” che si è specializzato nel make up. Tutto venduto esclusivamente in farmacia.
«I nostri prodotti vengono proposti con il nome della farmacia che ce li ordina, sotto al marchio ombrello “Farmacisti preparatori”: così diamo grande visibilità ai nostri clienti di cui rappresentiamo una sorta di laboratorio comune. In questo senso penso che Unifarco rappresenti un sistema unico di organizzazione aziendale».
Da dove nasce l’idea?
«L’abbiamo pensata subito così, non abbiamo mai cambiato dal 1982 e così rimarrà».
Quanti prodotti nuovi fate all’anno?
«In media 15».
Quanto investite in ricerca e sviluppo?
«4 milioni di euro all’anno, con 35 persone che se ne occupano e collaborazioni costanti e frequenti con diverse università. Il nostro personale ha un’età media di 40 anni, ogni anno assumiamo almeno 25 nuove persone».
Bellunesi o da fuori?
«Per certi ruoli dobbiamo ricorrere anche a dipendenti che vengono da altre città, tanto che ci occupiamo anche della loro sistemazione».
Una sorta di villaggio Unifarco?
«Qualcosa di simile, siamo molto attenti alle esigenze del personale».
Anche in fatto di welfare?
«Certamente, il nostro contratto viene portato ad esempio proprio per quanto prevede a favore dei dipendenti».
Turn over?
«Non credo che si licenzi più di una persona all’anno. Qui da noi il clima è buono».
E sul piano delle formazione?
«Siamo sulle migliaia di ore all’anno».
Cosa pensa della Luiss Business School? Ve ne avvarrete per qualche vostro dipendente?
«Ritengo sia una bellissima iniziativa e faccio i complimenti all’organizzazione. Valuteremo senz’altro qualche corso specifico».
Intanto Unifarco, che produce oltre 11 milioni di prodotti all’anno (52 mila al giorno), ha recuperato parte dell’ex stabilimento Carma di Paludi in Alpago: 20 mila metri quadrati, di cui 3 mila sono rimasti in capo alla società farmaceutica bellunese che lo adibirà a magazzino e stoccaggio dei prodotti. —
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