Unioncamere denuncia «Occhiali fuori regola»
BELLUNO. Unioncamere Veneto lancia l'allarme: «Cinque occhiali da sole su sei sono immessi in commercio senza avere le carte in regola». È questo il risultato dell'indagine sulla “Sicurezza dei Consumatori”, promossa all'inizio del 2015 dalla Regione Veneto all'interno del programma “Misure di contrasto alle frodi, alle falsificazioni e sofisticazioni e implementazione degli sportelli per i consumatori e gli utenti nella Regione Veneto” e condotta da Unioncamere Veneto, per verificare la sicurezza di una serie di prodotti immessi sul mercato veneto.
«Non abbiamo elementi per commentare questa notizia», replica Astrid Galimberti, direttore generale di Anfao, l'associazione nazionale dei fabbricanti articoli ottici: «Ben vengano queste indagini, è corretto che il mercato venga ispezionato costantemente, ma per commentare avremmo bisogno di qualche elemento in più: qual è la provenienza dei campioni? Quali sono nel dettaglio le irregolarità riscontrate? E sono veniali o sostanziali?»
Nella nota diramata da Unioncamere si legge che «i risultati del progetto, finanziato con appositi fondi del Ministero delle Sviluppo Economico, hanno evidenziato una situazione di estrema delicatezza: su 46 campioni di occhiali verificati, solo 7 si sono rivelati conformi alla normativa vigente».
Il campione dunque appare ristretto, ma per Giuseppe Fedalto, presidente di Unioncamere Veneto «i risultati sono preoccupanti, se si pensa che le contestazioni non riguardano solo prodotti di importazione cinese, ma anche marchi italiani. Le contestazioni elevate sono prevalentemente di natura documentale: mancano le evidenze di sicurezza del prodotto, solitamente cartacee, che devono essere vendute accanto al prodotto per rendere il consumatore consapevole dell'acquisto».
Gli occhiali devono rispettare la direttiva europea 89/686/Cee: è obbligatorio redigere il fascicolo tecnico, carta d'identità del prodotto ottico, contenente tutti i dati necessari per identificare l'occhiale e dimostrarne la conformità ai requisiti stabiliti. Il fascicolo deve essere conservato e messo a disposizione delle autorità incaricate ad effettuare attività di controllo e vigilanza del mercato. «Sono già state comminate sanzioni per alcune centinaia di migliaia di euro» riferisce Fedalto «le aziende devono prestare la massima attenzione».
I campioni, prelevati in numerosi negozi e centri commerciali, sono stati analizzati da Certottica, l'Istituto italiano di certificazione dei prodotti ottici con sede a Longarone. Il cui presidente, Luigino Boito si limita a dire: «Noi siamo ente terzo, abbiamo analizzato quanto ci è stato richiesto da Unioncamere, riscontrando non conformità sostanziali e formali».
«Proprio con Certottica» chiude Astrid Galimberti «abbiamo una convenzione che consente a tutti i nostri associati di eseguire al meglio i test dei prodotti. Per carità, può darsi che qualche errore formale sia stato riscontrato, ad esempio nel redigere la nota informativa, che deve essere tradotta nelle lingue della comunità europea. Ma le ripeto: noi facciamo di tutto per garantire il consumatore e per tutelare un prodotto come il nostro occhiale italiano che è di assoluto livello qualitativo».
Stefano Vietina
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