Unione montana, sempre tanti assenti
AGORDO. Numero legale raggiunto, ma quindici consiglieri, giustificati o meno, restano ancora a casa. Dopo che la seduta di venerdì era saltata perché non si era raggiunta la metà più uno dei consiglieri, ieri sera il consiglio dell'Unione montana agordina si è svolto regolarmente. Trentuno i presenti ai quali si sono aggiunti, dopo la convalida, i tre neoeletti rappresentanti del Comune di Selva di Cadore: Silvia Cestaro, Nicola Dall'Acqua e Matteo Lorenzini.
In apertura il presidente Fabio Luchetta è tornato sulla seduta saltata. «Mi scuso», ha detto «è stata una mia mancanza perché avrei dovuto chiedere agli uffici di sentire i consiglieri per capire se sarebbero stati presenti. Siamo consapevoli che è luglio-agosto e l'Agordino è terra che vive di turismo e per molti consiglieri è difficile essere presenti. Entro il 31 luglio ci sono tuttavia delle scadenze da approvare. Non è però facile mettere d'accordo tutti su date e orari». «Io», ha aggiunto «sono sempre disponibile a fare tutto quello che serve perché questo ente non vada in difficoltà. Il consiglio è fondamentale per mandare avanti alcune questioni». Pur constatando il raggiungimento del numero legale, il consigliere Tiziano De Col ha messo in luce come «nonostante gli articoli sui giornali non abbiamo raggiunto l'en plein». «Si continua a dire che se fossimo meno o se ci fossero solo i sindaci sarebbe tutto più facile», ha detto De Col «io allora chiedo se è così difficile che i 16 sindaci portino 9 consiglieri sui 32 totali. Se ci credono, le persone stanno qui, altrimenti no. Serve rispetto per chi c'è».
Dopo aver ringraziato la ragioniera Sonia Agostini (al suo ultimo consiglio prima della pensione) «per la professionalità e disponibilità a dare chiarimenti e a discutere», Tiziano De Col ha anche chiesto lumi sul futuro della gestione dei rifiuti. «A quanto ammontano i costi che i Comuni caricano sulla tariffa?», ha chiesto «è ipotizzabile una cifra di 400 mila euro? E se il servizio verrà affidato a una partecipata, per esempio Valpe, tali costi saranno accettati o tagliati?».
Luchetta non ha risposto sulle cifre, ma ha chiarito la situazione gestionale. «Le opzioni sono tre», ha detto «o si fa un bando, o si crea una nuova società o si affida il servizio a una partecipata. Noi non abbiamo parlato solo con Valpe perché l'Agordino fa gola anche ad altri. Tuttavia le idee di un'altra grossa partecipata bellunese non coincidevano con le nostre». (g.san.)
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