Unioni civili, coppia gay sceglie Cortina

Il rito, che corona il sogno di due frequentatori della Conca, verrà celebrato a Malga Peziè de Parù, ai piedi della Tofana

di Alessandra Segafreddo CORTINA. A Cortina d’Ampezzo si sta per celebrare la prima unione civile. Entro metà marzo due uomini convoleranno a nozze a Malga Peziè de Parù. Ai piedi della Tofana di Rozes, nella splendida location di Peziè de Parù che molte coppie scelgono per giurarsi amore eterno, l’assessore alle Pari opportunità Paola Coletti celebrerà la prima unione civile della storia ampezzana.

La legge Cirinnà, che consente alle coppie omosessuali di unirsi civilmente, è infatti recente: è stata approvata nella primavera del 2016. Ora per la prima volta una coppia ha fatto richiesta in Comune a Cortina per unirsi in matrimonio. A Belluno e Feltre altre coppie omosessuali si sono già unite civilmente.

I due uomini, non residenti a Cortina ma che frequentano la Conca ampezzana da sempre, hanno deciso di dichiararsi amore eterno e fedeltà in un luogo a loro caro. Uno dei tanti luoghi inseriti nel progetto “Sposarsi a Cortina” che consente alle coppie di scegliere, per il rito civile, non solo la sala consiliare, ma anche alberghi, rifugi, malghe in alta quota, davanti a panorami mozzafiato. I due uomini hanno scelto Malga Peziè de Parù.

«Abbiamo avuto la richiesta in Comune», conferma il sindaco Gianpietro Ghedina, «e celebreremo l’unione civile come previsto dalla normativa. Dal nostro insediamento in comune abbiamo già celebrato vari matrimoni. Sia io che il vice sindaco Luigi Alverà, che l’assessore alle Pari Opportunità Paola Coletti. Per questa prima unione civile probabilmente la persona più indicata a celebrare il rito è proprio Paola Coletti, in quanto ha il referato alle Pari Opportunità».

I dettagli sule nozze per ora sono top secret. «La legge non prevede la pubblicazione dell’annuncio di matrimonio in caso di unioni civili», sottolinea Ghedina, «e pertanto rispettiamo la privacy».

Le unioni civili e il testamento biologico sono i due grandi temi che hanno tenuto alta l’attenzione degli italiani negli ultimi anni. Anche in tema di testamento biologico l’amministrazione ampezzana si sta adeguando alle nuove normative. Gli uffici sono al lavoro per predisporre il registro del testamento biologico, conosciuto anche come “Dat – Disposizioni anticipate di trattamento”. Si tratta di una dichiarazione in cui si esprimono le proprie volontà in materia di trattamenti sanitari, nonché il consenso o il rifiuto rispetto ad accertamenti diagnostici o scelte terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari.

Una volta attivo chiunque (residente, maggiorenne, capace di intendere e volere, munito di documento di identità valido), potrà depositare in comune il suo testamento biologico.

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