Unioni montane, prove di fusione «Più fondi e servizi di qualità»
SEDICO. Spunta l’ipotesi di una fusione tra Unione Montana Belluno-Ponte nelle Alpi e Unione Montana Valbelluna. Un’ipotesi più che concreta visto che i consigli dei due enti, insieme ai Comuni che ne fanno rispettivamente parte (Belluno e Ponte nelle Alpi da un lato, Limana, Trichiana, Mel, Lentiai, Sedico e Sospirolo dall’altro), hanno approvato un protocollo d’intesa per l’avvio di un percorso di verifica della fattibilità della fusione. E le due Unioni si sono date anche delle precise tempistiche, oltre ad alcuni obiettivi: la redazione di uno studio di fattibilità da sottoporre all’approvazione dei consigli entro il 31 ottobre; l’approvazione della modifica delle legge regionale 40/2012 con l’individuazione della nuova conformazione territoriale dell’ente entro fine 2016; la ristrutturazione dell’apparato tecnico-amministrativo del nuovo ente, con individuazione della sede unica entro il 30 giugno 2017.
Nel protocollo d’intesa sono inserite poi la necessità di procedere a un «rafforzamento della gestione dei servizi attualmente forniti dall’Unione Montana (lavori di minuta manutenzione del territorio, servizio tributi, funzione fondamentale di Protezione civile)» e alla «redazione di una proposta per la delega di nuove funzioni fondamentali al nuovo ente e per la gestione di nuovi servizi quali Sportello unico Attività produttive, centrale unica di committenza, manutenzione del verde, gestione dei servizi cimiteriali». «Prima di arrivare a questo protocollo d’intesa abbiamo fatto diverse riunioni con tutti i sindaci», precisa Orlando Dal Farra, presidente dell’Um Belluno-Ponte nelle Alpi. «In Regione abbiamo avuto un incontro con il vice presidente Gianluca Forcolin e con l’assessore Federico Caner. La volontà politica a Venezia va nella direzione del percorso che abbiamo intrapreso. Ora concorreremo per un finanziamento per lo studio di fattibilità che dovrà essere condiviso in primis dai Comuni. La fusione ha l’obiettivo di migliorare i servizi e avere possibilità economiche in più per il territorio». Ai due presidenti delle Um spetta il compito di proseguire le trattative con la Regione, con il supporto della presidenza regionale di Uncem e Anci.
Ma lo scopo è anche attivare un tavolo congiunto. «Dobbiamo ricordare che le due Unioni sono nate dalla scissione, decretata da una legge regionale del 1992, dell’allora Comunità Montana Bellunese che comprendeva anche i Comuni di Segusino e Valdobbiadene, in provincia di Treviso», ricorda Stefano Cesa, presidente dell’Um Valbelluna. «Successivamente con il decreto del 1994 (il cosiddetto “decreto Pupillo”) si è dato corso alla regolazione dei rapporti patrimoniali tra le diverse realtà nate dalla scissione. Quelle che ora sono Um Belluno-Ponte nelle Alpi e Um Valbelluna hanno sempre collaborato tra loro e continuano a farlo». Negli anni infatti la collaborazione si è implementata non solo con la delega di lavori e interventi dall’Um Bellunese a quella della Valbelluna, ma anche con la creazione di uffici unici per segreteria generale, servizi tecnici e servizio finanziario.
«Dobbiamo riflettere su un assetto istituzionale nuovo e il percorso intrapreso è anche utile per dare supporto alla Provincia in un momento in cui questo ente viene depotenziato», continua Cesa. «Inoltre la ricomposizione del patrimonio diviso nel 1994 ci darebbe la possibilità di ottenere trasferimenti economici da destinare alla manutenzione del territorio. Si attiverebbe un tavolo di concertazione tra i sindaci per trattare argomenti come salvaguardia del tessuto produttivo e artigianale, e quindi dei posti di lavoro, sviluppo dell’economia turistica e tutela di ambiente e territorio».
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