Unità senologica, c’è l’accreditamento internazionale
BELLUNO. Accreditamento internazionale per il centro di senologia dell’Usl 1. La certificazione è arrivata dal Breast Centre Network, una piattaforma mondiale che raccoglie tutti i centri di qualità che si occupano della cura del tumore al seno. In Italia sono 57 i centri accreditati e in Veneto, ad oggi, soltanto tre: Montecchio Maggiore, Verona e Belluno. «Un riconoscimento prestigioso che viene dato in base a determinati requisiti», precisa il primario dell’unità operativa di Radiologia del San Martino, Paolo D’Andrea, «e il fatto che l’abbiamo offre una garanzia ai bellunesi di ricevere una prestazione di qualità».
Le uniche cose eccepite dal Breast Centre Network è che non vengono eseguite le biopsie sotto risonanza magnetica, «ma questa», spiega D’Andrea, «è una nostra scelta, visto chesono pochi i casi che necessiterebbero di queste prestazione. Ci è stato “contestata”, inoltre, la scarsa partecipazione all’attività scientifica internazionale, ma questo è un ospedale. Comunque cercheremo di impegnarci». Nel frattempo, a gestire gli appuntamenti del centro senologico è stata posta una “data manager”, in poche parole una super segretaria.
Contento del risultato anche il direttore generale dell’Usl, Pietro Paolo Faronato. «È sempre importante confrontarsi con il resto del mondo», dice, «questo è uno strumento che ci aiuta a non essere autoreferenziali, ma a guardare a standard più elevati. Questo riconoscimento garantisce che a Belluno si opera su livelli di terapia e percorsi diagnostici coerenti con i percorsi internazionali».
Ad oggi nell’Usl 1 solo il Dipartimento di prevenzione, il Laboratorio analisi e l’Anatomia patologica avevano il certificato di qualità Iso 9000.
Unità senologica. L’unità senologica è costituita da un pool di specialisti: cinque radiologi (di cui uno di Pieve di Cadore e uno di Agordo), un anatomo patologo, due chirurghi, due oncologi, un radioterapista, un medico nucleare e un fisiatra. «Si tratta di una unità multidisciplinare che segue le pazienti con tumore al seno», precisa il primario radiologo, coordinatore dell’unità. «Ogni caso viene discusso da questa équipe che si riunisce una volta a settimana e decide il percorso terapeutico e diagnostico migliore per la paziente. Questo sistema, messo in piedi nel 2010, permette un piano terapeutico personalizzato».
I dati. Nel 2013 l’unità ha seguito 187 pazienti e trattato 207 tumori: il 77% di questi sono stati presi allo stadio iniziale, «offrendo così la migliore prospettiva di guarigione, oltre a dimostrare che lo screening preventivo funziona», prosegue D’Andrea, il quale annuncia che a breve sarà introdotto il test Osna del linfonodo per capire la diffusione del tumore direttamente durante l’intervento chirurgico. Per quanto riguarda lo Iort, cioè la radioterapia intraoperatoria, l’Usl 1 ne sta valutando l’utilità.
L’attività. «Per questa prestazione ricorriamo alle metodiche per immagini come la mammagrafia, l’ecografia e la risonanza magnetica. E quest’ultima viene utilizzata anche per le pazienti afferenti all’Usl feltrina, visto che è l’unica in tutta la provincia», conclude Paolo D’Andrea, «quindi si può dire che un 10% dei casi che riscontriamo sono dell’altra Usl».
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