«Uno spintone e insulti pesanti perché sono omosessuale»

Il modello feltrino Pier Pellencin stava camminando davanti al seminario quando è stato aggredito da due trentenni

FELTRE

Uno spintone e poi parolacce e pesanti insulti omofobi in pieno centro, davanti al seminario. . È successo sabato pomeriggio verso le 16,30 in viale Piave, proprio mentre a Treviso e a Milano migliaia di persone sfilavano ai Pride contro i pregiudizi e per rivendicare il diritto di essere e di amare.

A denunciarlo è il modello feltrino Pier Pellencin, che del suo essere gay non ha mai fatto mistero fin da adolescente ma che, spiega, non si sarebbe mai aspettato una cosa del genere «nel 2019 proprio qui a Feltre, una città dove c’è un’associazione Lgbt e dove pochi mesi fa c’è stata una manifestazione contro l’omofobia con tantissime persone. A Feltre lo sanno tutti che sono gay, mi conosce tantissima gente, mi fa specie che si accaduta una cosa così. Cose del genere non dovrebbero mai accadere».

L’episodio non ha avuto conseguenze fisiche per Pellencin, che stava camminando da piazza Isola verso la stazione quando è incappato nei due sconosciuti attorno ai trent’anni che l’hanno spintonato e poi gli hanno rivolto insulti omofobi.

Il feltrino, che peraltro ha all’attivo molti anni di pratica di judo, è uscito dalla brutta situazione cercando di evitare che si passasse alle mani e quindi si è allontanato.

Pellencin ha deciso di non denunciare l’accaduto alle forze dell’ordine – «Non conosco quei due ragazzi, sarebbe finita con una denuncia contro ignoti» – ma di raccontare pubblicamente l’accaduto perché «una persona ha il diritto sacrosanto di essere ciò che vuole, di amare chi vuole senza venire schernito e aggredito mentre passeggia tranquillamente per la via».

«Chi aggredisce sia verbalmente che fisicamente una persona che reputa diversa da lui è solo perché in realtà è insicuro e ha paura di qualcosa che non conosce», spiega. «Invece di aggredire, imparate a conoscere queste persone, potreste scoprire che in realtà hanno tanto da dare, potreste trovare un amico. Ci voglio pene certe per persone che aggrediscono gli altri, sopratutto chi è più debole e non si sa difendere».

«Non è una dipendenza o una malattia che possa essere curata», spiega Pellencin dell’omosessualità. «È un carattere innato e non può essere cambiato. Pregando perché cambi l’orientamento sessuale di una persona non si può sperare di avere più successo che pregando perché un pomodoro diventi un mattone».

«Colore della pelle, orientamento sessuale, idiomi diversi», dice Pellencin, «sono solo particolarità che ci rendono speciali. Facciamo tutti parte dello stesso pianeta, non dovremmo fare distinzioni per aspetto fisico, per chi amiamo o per cosa mangiamo». —

Stefano De Barba

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi