Uno street center nell’ex Banca d’Italia di Belluno

La coppia Chemello-Francavilla pensa a negozi e ristoranti: «Sarà l’anello di collegamento tra ex ospedale e piazza Martiri»

BELLUNO. Uno street center capace di attirare turisti non solo dalla provincia di Belluno, ma anche da gran parte del Veneto. C’è questo nel futuro dell’immobile che un tempo ha ospitato la Banca d’Italia in piazza dei Martiri.

Le idee sono della società F&C Project srl. La società costituita da Luigi Francavilla e Roberto Chemello ha acquisito per quattro milioni di euro lo storico edificio in pieno centro di Belluno con l’obiettivo di «restituire parte di quella ricchezza che questo territorio ci ha dato in questi anni».

Il progetto. L’area che sarà interessata dal progetto di ristrutturazione è di 4.300 metri quadrati ed è divisa in due sezioni: il salone interno del palazzo, che si sviluppa su due piani e comprende anche il caveau, e lo stabile che dà sul liston, costituito da quattro piani e un sottotetto. Secondo le idee di Francavilla e Chemello, il salone, il caveau e il piano terra che dà sulla piazza diventeranno un centro commerciale con negozi di prestigio; sulla terrazza, che misura oltre 150 metri quadrati e ha la vista direttamente su piazza dei Martiri, sorgerà un ristorante; nei due piani superiori, invece, potranno essere ricavati degli appartamenti o un residence anche a valenza turistica. All’interno, la struttura si aprirà su un grande giardino, già esistente, che sarà collegato al primo piano dell’immobile tramite un ponte pedonale.

Un’unica area. Visto che la società Filù, di cui è titolare Chemello, sta lavorando sull’area dell’ex ospedale tra via Loreto e via Caffi, l’intento finale di F&C Project srl è creare un tutt’uno tra le due aree, così da dare vita a uno spazio di oltre 10 mila metri quadrati: «Un terzo dell’area che costituisce il parco di Lambioi», ha sottolineato il sindaco Jacopo Massaro. Questi due recuperi immobiliari dovranno essere collegati tra loro tramite camminamenti che dall’ex Banca d’Italia porteranno verso via Caffi e verso Palazzo Bembo. La proposta della società, che dovrà essere vagliata come succede in questi casi dalla Sovrintendenza ai beni architettonici di Venezia, è quella di abbattere un muro dell’ex Banca per rendere visibile lo spazio verde interno. «Si dovrà così creare una serie di spazi aperti collegati tra loro e chiusi», precisa Chemello. «Vogliamo che le due aree si integrino tra loro per creare alla fine un grande giardino e un percorso pedonale che porti i bellunesi in una sorta di centro commerciale, con negozi di nicchia. Un progetto che darà nuova linfa alla città, che a nostro parere ha grandi potenzialità ancora inespresse». «Il nostro obiettivo», proseguono, «è invertire la rotta del commercio: prima la gente dalla montagna andava in pianura per girare nei centri commerciali, noi vogliamo far sì che il centro di Belluno diventi un polo di attrazione anche per la gente della pianura. Siamo convinti che questa iniziativa potrà avere questi effetti alla fine».

Lo studio. Prima di intraprendere questa impresa, che il sindaco Massaro ha definito «coraggiosa», gli imprenditori hanno incaricato la società di consulenza internazionale, la Cbre di Milano, «di fare uno studio sull’area di Belluno e veneta in generale, per individuare le griffe internazionali che possono essere interessate a questo street center e soprattutto per capire quale può essere il bacino di utenza. Bacino che non sarà localizzato solo a Belluno, ma si amplierà oltre Vittorio Veneto, fino almeno a Conegliano per giungere a una popolazione di 450 mila residenti», ha spiega Claudio Francavilla figlio di Luigi, anche lui nella società. «Sarà poi la stessa azienda a cercare i marchi interessati a quest’area. Contiamo entro breve di avere lo studio che presenteremo al Comune. Da qui si partirà per stendere il progetto vero e proprio».

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