Un’odissea per incassare la vincita al Superenalotto

Ponte nelle Alpi, il gestore del bar al Bivio si è accorto in ritardo della vincita «Ho scritto una raccomandata alla Sisal ma non ho ancora ricevuto nulla»
Di Gigi Sosso

PONTE NELLE ALPI. Montepremi da... scalare. Sembrano una montagna inespugabile quei 370 euro vinti al Superenalotto da Alessio Chizzali e non ancora pagati dalla Sisal. È anche vero che l’imprenditore pontalpino d’adozione, che gestisce il bar al Bivio con la famiglia si è accorto con qualche giorno di ritardo di aver centrato un quattro con una giocata da due euro e mezzo. Ma pensava di essere ancora in tempo per riscuotere, tanto più che si è preoccupato di scrivere la regolamentare raccomandata alla società per azioni, che gestisce uno dei giochi numerici più diffusi e anche ricchi, se solo azzecchi il jackpot e fai saltare il banco.

La giocata al bar Europa di Belluno, un tempio di questo tipo di concorso a premi, insieme al gratta e vinci. Il meccanismo prevede che si indichino sei numeri e s’incrocino le dita, in attesa dell’estrazione. Quando si ricorda di controllare la schedina, Chizzali comincia a sperare nel colpaccio, quando quattro numeri coincidono, ma si accontenta anche della quaterna, nel momento in cui i rimanenti non funzionano. Ce n’è comunque abbastanza, per pagare una cena agli amici e pazienza, sarà per la prossima: «Il problema nasce quando vado a riscuotere la vincita, perché mi sento dire che non sono nei termini consentiti dai regolamenti e tutto quello che posso fare è chiederla direttamente a Sisal».

In fondo, basta investire altri sei euro e spiccioli, inoltrrando la richiesta a via Alessio di Toqueville, la sede milanese di Sisal: «È proprio quello che faccio, a questo proposito ho conservato la ricevuta della raccomandata. Avrei sessanta giorni di tempo, ma in questo caso ci penso prima. Semmai stavolta sono i miei interlocutori a essere in ritardo, tanto è vero che non ho ancora ottenuto risposta. Avanzo sempre questi 370 euro e, adesso come adesso, dubito che mi arriveranno più in tasca».

Non si diventa più ricchi con questi soldi, ma sta diventando una questione di principio: «Il discorso è proprio questo. Non è che abbia un bisogno disperato di questa somma, il fatto è che mi spettano e allora non vedo perché non mi venga pagata e magari anche in maniera un po’ più tempestiva. Non mi va nemmeno di passare per smemorato, punto e basta. Ho le mie colpe, non c’è dubbio su questo fatto, però ho anche tentato di rimediare ed entro i termini previsti dal regolamento. Non so più cosa pensare, al di là della beffa che sto rischiando di subire, tutto per via di un piccolo ritardo».

Non è il primo né l’ultimo che non riscuote una vincita. C’è chi non la reclama nemmeno, dopo essersene beatamente dimenticato, in questo caso non rimane che l’attesa di un pagamento obiettivamente fuori orario.

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