Upi, l’assemblea deciderà i fondi per il Bellunese

BELLUNO. Sarà l’Upi nazionale a decidere quali saranno le risorse che dovranno essere stanziate per le province italiane e quindi anche per quella di Belluno.Domani, a Roma, l’assemblea dell’Unione...

BELLUNO. Sarà l’Upi nazionale a decidere quali saranno le risorse che dovranno essere stanziate per le province italiane e quindi anche per quella di Belluno.

Domani, a Roma, l’assemblea dell’Unione delle Province si ritroverà per votare i riparti per i singoli territori.

Fino a giovedì sul tavolo della discussione c’erano due proposte: quella del Governo che prevede per il Bellunese 7,7 milioni di euro e quella dell’Upi nazionale che prevede, invece, circa 3,6 milioni. Proposta quest’ultima che è stata rigettata dalle Province venete. Nei giorni scorsi, l’organo che riunisce tutti gli enti di secondo livello ha iniziato a rivedere la propria posizione, avanzando una nuova proposta che rimodula le risorse in base ad alcuni parametri.

A spiegare la proposta è il presidente di Palazzo Piloni, Roberto Padrin: «La nuova proposta tiene come base di azione il 70% delle risorse previste dal Governo per il territorio montano, mentre il restante 30% dovrà essere diviso in considerazione di due parametri: un 15% riferito alla popolazione studentesca e l’altro 15% riferito alla lunghezza delle strade. Alla fine, le risorse previste da questa proposta per il Bellunese sono di 6.179.000 euro, mentre per il Veneto andranno 48 milioni di euro circa, con una riduzione complessiva del 13% rispetto alla proposta governativa», commenta Padrin, che non disdegna quest’ultima idea. E poi aggiunge: «Allora per il prossimo biennio 2019-2020, secondo quanto previsto dalla Finanziaria e in base a questo nuovo sistema messo in piedi dall’Upi, la nostra provincia passerebbe da 4.683.000 euro a 3.541.000 euro all’anno. Ma questa somma è passibile di modifiche visto che il Governo potrà rivedere gli stanziamenti». A palazzo Piloni, però, nel 2019, potranno arrivare anche ulteriori risorse pari a 1,7 milioni di euro derivanti da un rimborso del prelievo forzoso di 23 milioni di euro.

«Certo, a noi farebbe più comodo che passasse la proposta del Governo rispetto all’ultima formulata dall’Upi nazionale, se dovessimo guardare esclusivamente la quantità di risorse che ci arriverebbero. Ma in gioco c’è anche l’importanza, come interlocutore del governo, dell’Unione delle Province italiane. Ricordiamo che, secondo il riparto di Roma, ad esempio, per il Piemonte non ci sono adeguati fondi».

Quindi la speranza per il presidente Padrin è che passi il piano dell’Upi, anche se un po’ penalizzante. (p.d.a.)

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