«Uscivano in missione senza timbrare»

I legali degli indagati: «Andavano a verificare gli stage, c’è solo omissione». Ma uno degli impiegati è già stato punito
Di Irene Aliprandi

FELTRE. Uscivano per andare a verificare l’attività degli stagisti, omettendo, per dimenticanza, di utilizzare l’orologio marcatempo. Sarà questa la linea di difesa dei dipendenti del centro per l’impiego di Feltre indagati per assenteismo, se il pubblico ministero arriverà alla richiesta di rinvio a giudizio. L’inchiesta riguarda almeno cinque dei dieci dipendenti dell’ufficio provinciale feltrino, ma pare che ci sia anche una sesta persona coinvolta e in un paio di casi le notifiche non sono ancora arrivate. Gli impiegati comunque si stanno già muovendo con i loro avvocati per cercare di abbozzare una difesa efficace a spiegare le tante assenze ingiustificate durante l’orario di lavoro. Sarà un po’ dura, perché i carabinieri di Feltre hanno consegnato al pm Antonio Bianco una relazione corposa, corredata di foto e prove del fatto che gli impiegati uscivano dall’ufficio senza timbrare il cartellino per dedicarsi ad attività personali, dalla spesa al pagamento delle bollette, e perfino al giardinaggio.

Secondo la difesa non si tratterebbe di truffa ai danni dello Stato, ma al massimo di omissione. Una volta trovato un lavoro ai disoccupati che si rivolgono al centro per l’impiego, la procedura prevede che vengano effettuate verifiche, per controllare che il rapporto tra gli stagisti e i loro nuovi datori di lavoro sia regolare e esente da problematiche. I dipendenti coinvolti nell’indagine, se ce ne sarà bisogno, spiegheranno che le loro uscite erano finalizzate allo svolgimento di questa attività e che spesso dimenticavano di registrare l’uscita e il rientro nell’orologio marcatempo, cioè omettevano di timbrare il cartellino.

In un caso, però, l’assenza ingiustificata è già stata provata e punita da un’indagine interna dell’amministrazione provinciale titolare del centro per l’impiego. La vicenda risale a circa un anno fa e pare che anche in questo caso si sia trattato di normale attività di vigilanza da parte di Palazzo Piloni. I controlli della Provincia avevano avuto esito positivo e l’ente è intervenuto con una sanzione disciplinare a carico dell’impiegato in questione, accusato di illecito disciplinare. La sanzione ha comportato alcuni giorni (sembra una settimana) di allontanamento dal lavoro senza stipendio. Risale a quel periodo anche il trasferimento della responsabile dell’ufficio di Feltre in quello di Belluno.

In questo momento la Provincia non ha ancora ricevuto comunicazioni formali dalla procura e quindi non ci sono altri provvedimenti, ma se si dovesse arrivare al rinvio a giudizio, la norma prevede che l’amministrazione di provenienza si costituisca nel processo come parte civile.

Le indagini dei carabinieri di Feltre, coordinati dal pm Bianco, sono state avviate in seguito alle segnalazioni sempre più numerose e frequenti da parte dei cittadini che si rivolgevano al centro per l’impiego. In molte occasioni gli utenti erano costretti a lunghe attese senza spiegazioni per riuscire a parlare con il personale del centro e a qualcuno questa situazione è sembrata assolutamente anomala. Da qui le segnalazioni ai carabinieri, che hanno deciso di seguire gli impiegati usciti dal centro senza timbrare e di documentare le loro attività, che spesso non avevano nulla a che fare con il lavoro, nè con le procedure.

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