«Usl 1 immobile, ora perderà anche la gara»
CORTINA. «L’Usl 1, sul caso Codivilla, non si è mossa per 30 mesi, quindi ora la Regione - secondo le indicazioni della Quinta Commissione veneta - potrebbe affidare la gestione dell’appalto per individuare il nuovo gestore privato della struttura, alla Centrale acquisti (Crav) e non all’azienda sanitaria, come doveva essere. La palla torna in capo a Venezia e al segretario generale della sanità Mantoan. L’Usl, di fatto, verrebbe esautorata di questo compito importante».
A sottolineare questo aspetto della vicenda Codivilla è il segretario della Fp Cgil, Gianluigi Della Giacoma, che denuncia «l’immobilismo della direzione generale dell’Usl 1 degli ultimi due anni e mezzo. A ciò va aggiunto che l’attuale dirigenza ha chiuso ogni contatto con l’esterno: da mesi abbiamo chiesto un incontro anche per discutere della fusione delle due aziende, ma dobbiamo ancora ricevere la convocazione. Non c’è condivisione col territorio e con i sindacati per le scelte fondamentali: pare che gli attuali vertici siano chiusi al quinto piano di via Feltre», precisa Della Giacoma. «La Regione ha dato tempo fino a giugno per sistemare il nodo fusione, e siamo già a marzo. Se questi passaggi non saranno eseguiti, a temere per il loro posto non saranno soltanto i 105 dipendenti di Cortina, ma gli oltre 3 mila di tutta l’azienda».
Intanto, sull’argomento è stata presentata un’interrogazione in Provincia, da parte della consigliera Renata Dal Farra, che si dice preoccupata del futuro della struttura. «Come è possibile in pochi mesi trasformare una struttura a gestione mista in una pubblica per poi prevedere una gestione privatistica? Come si garantiranno il pronto soccorso e tutte le attività specialistiche ambulatoriali ora presenti, quando sarà privatizzata?». Dal Farra si dice perplessa anche sull’introduzione di 20 posti di medicina al Codivilla. «Perché dare questi posti a Cortina anziché garantirli a Pieve di Cadore o ad Agordo. Mentre i medici, tutti liberi professionisti, se ne stanno andando, rischiamo di ritrovarci alla fine con una scatola vuota non più all’altezza dei Mondiali 2021». (p.d.a.)
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