Usl Dolomiti, raffica di assunzioni per garantire il servizio

In pochi giorni hanno firmato un contratto a tempo indeterminato 16 lavoratori tra infermieri, operatori socio sanitari e ausiliari. Ma trovarli è sempre più dura
Bologna - Agosto 2001 ++ CASO MORTE PER FARMACO LIPOBAY A BOLOGNA+ Reparto di nefrologia e dialisi dell'ospedale Malpighi in cui e' stata curata la signora ANTONIETTA VICINELLI - probabile viitima del farmaco Lipobay Foto Michele Nucci / Eikon Studio/infophoto
Bologna - Agosto 2001 ++ CASO MORTE PER FARMACO LIPOBAY A BOLOGNA+ Reparto di nefrologia e dialisi dell'ospedale Malpighi in cui e' stata curata la signora ANTONIETTA VICINELLI - probabile viitima del farmaco Lipobay Foto Michele Nucci / Eikon Studio/infophoto
BELLUNO. Sedici tra infermieri, operatori socio sanitari e assistenti sanitari: questo è il numero di assunzioni a tempo indeterminato eseguite dall’Usl 1 di Belluno nel giro di pochi giorni per riuscire a garantire il servizio negli ospedali e nei centri territoriali. Assunti anche tre medici tra cui un urologo e due per il soccorso primario in Cadore e nel punto di primo intervento di Auronzo. Ma se il numero è elevato questo non significa che trovare queste figure sia stato facile. Anzi, non solo sul mercato c’è carenza, ma anche quando si trovano queste figure non sempre sono disposte a venire a lavorare nel Bellunese. E da tempo l’Usl 1 ha lanciato l’allarme chiedendo che vengano tolti i numeri chiusi non solo alle facoltà mediche ma anche alle scuole di specializzazione. Il rischio è di trovarsi a breve senza camici bianchi.


«Reperire i sei collaboratori professionali sanitari di laboratorio biomedico è stata dura», dicono dall’azienda di via Feltre. «Per queste figure come Usl non disponiamo di una graduatoria concorsuale, per cui abbiamo chiesto ai colleghi trevigiani l’autorizzazione all’utilizzo della loro. Ma quando, scorrendo la stessa lista, si è iniziato a chiedere ai professionisti la disponibilità ad una assunzione a tempo indeterminato quassù a Belluno, molti hanno risposto negativamente. Però alla fine siamo riusciti a trovare i sei che ci servivano». Tuttavia, il fatto che abbiano dato l’ok preventivo non significa che, una volta giunti in montagna, decidano di rimanerci. Problemi si sono riscontrati anche nell’individuare i quattro infermieri professionali necessari per garantire, in particolare, la copertura dei turni di servizi negli ospedali nel rispetto dello standard calcolato con i minuti di assistenza, secondo la delibera della giunta regionale del 2014. «Anche in questo caso come Usl abbiamo dovuto ricorrere alla graduatoria dell’azienda 4 Veneto orientale per trovare questi professionisti».


Meglio è andata per il reclutamento di cinque operatori socio sanitari utili per garantire non solo i turni di servizio di tutte le unità operative compreso il gruppo operatorio ma anche le attività di trasporto degli assistiti e le attività alberghiere, come distribuzione e raccolta dei vassoi e assistenza ai pasti. Attività che prima venivano affidate ad ausiliari specializzati.


Questi cinque professionisti sostituiranno due infermieri, un operatore socio sanitario e due ausiliari specializzati che sono andati in pensione. I neo assunti saranno assegnati all’area del Cadore da dove, invece, arriveranno altrettanti addetti che hanno fatto richiesta di cambio di sede.


«Da un paio di anni abbiamo fatto presente che la situazione è critica per quanto riguarda il personale medico e paramedico», precisa il direttore generale Adriano Rasi Caldogno. «Ormai siamo agli sgoccioli: come Usl abbiamo messo in atto tutto quanto è in nostro potere per riuscire a trovare il personale specializzato, ma le difficoltà restano grandi. Una situazione che si ripercuoterà presto anche sui medici di famiglia. È atteso per il 2021-2022 il pensionamento di decine e decine di professionisti, ma il dramma è che non ci saranno altrettante nuove leve pronte a prendere il loro posto. A questo punto non so come si reggerà il sistema sanitario».


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