«Usl o Zaia devono dirci di andare via»

L’ad della Giomi, Massimo Miraglia, dopo la delibera veneta: «Non diremo di no ai ricoveri finché non avremo certezze»
Cortina, 18 settembre 2008. L'istituto sanitario Codivilla Putti. L'amministratore delegato Massimo Miraglia e l'assessore regionale alla sanità Sandro Sandri - L'ad Miraglia con l'assessore regionale Sandri. A destra Franceschi
Cortina, 18 settembre 2008. L'istituto sanitario Codivilla Putti. L'amministratore delegato Massimo Miraglia e l'assessore regionale alla sanità Sandro Sandri - L'ad Miraglia con l'assessore regionale Sandri. A destra Franceschi

CORTINA. «La Giomi, in queste condizioni, potrebbe chiudere immediatamente l’ospedale. Ma ai pazienti di osteomielite non possiamo dire di no al ricovero. E non lo diremo fino al giorno in cui dalla Regione o dall’Usl non ci comunicheranno di andarcene. Fino ad oggi nessuno ha avuto la cortesia di anticiparcelo». Chi parla è Massimo Miraglia, amministratore delegato della Giomi, la società che gestisce il Codivilla Putti, in coabitazione con l’Usl 1 (51% delle quote).

Il 29 aprile voi dovrete andarvene dal Codivilla Putti. Siamo in un ospedale e non si può credere che ad un mese dall’interruzione del rapporto la Giomi non sia stata contattata per dire che la Regione non ha più bisogno del suo apporto.

«È così. Abbiamo scritto ripetutamente all’Usl 1 per avere chiarimenti. Solo in un caso l’Usl ci ha risposto, confermando che la sperimentazione si sarebbe conclusa il 29 aprile».

Ieri, però, voi avete inviato le lettere di licenziamento ai vostri dipendenti.

«Lo abbiamo fatto con immensa sofferenza, considerato il rapporto instaurato storicamente con questo personale. E lo abbiamo fatto negli ultimi giorni utili per legge. Dalla Regione e dall’Usl non abbiamo ricevuto nemmeno un’indicazione in proposito. Ma non potevamo lasciare i nostri collaboratori allo sbando».

Che ne sarà di loro?

«È la nostra prima preoccupazione. La delibera della Giunta regionale, dell’altro ieri, non chiarisce quale sarà il loro futuro. Lascia intendere che potranno essere utilizzato dalla nuova gestione. Ma da chi? In che modo, cioè in quale trattamento. Nulla è chiaro».

È chiaro, almeno, se continueranno i ricoveri dei pazienti di osteomielite?

«Nemmeno questo viene chiarito dalla delibera. C’è chi la interpreta in termini positivi, chi negativi. Noi, nelle condizioni date, avremmo dovuto decidere di chiudere l’ospedale. Ma non potevamo farlo in presenza di pazienti che ci chiedono il ricovero da tutta Italia».

Quanti ne avete in trattamento?

«Tra i 70 e il centinaio di pazienti. Ai quali non ci sentiamo di dire, in coscienza: no, guardi, lei non venga perché il servizio è concluso e non sappiamo se e come riprenderà».

Quindi continuerete ad accoglierli.

«Sì, almeno fino all’ultimo giorno in cui ce lo permetteranno».

Ma dopo il 29 aprile i costi dell’eventuale accoglienza, e quindi della cura, spetteranno a loro stessi o continuerà a farsene carico la Regione?

«La delibera della giunta non chiarisce nemmeno questo. Secondo talune interpretazioni, carica dell’onere i pazienti e le loro famiglie».

Ieri l’onorevole De Menech del Pd ha dichiarato che questi oneri non potrebbero, altrimenti, essere caricati sui bilanci dell’Usl 1 e quindi sugli attuali ospedali.

«D’accordo, ma nemmeno sui privati».

Insomma l’ultima delibera della Giunta regionale non contribuisce a decifrare il futuro del Codivilla Putti?

«Io non voglio polemizzare con le istituzioni. Non è nel nostro stile. Ma sono tante le cose che la delibera non dice».

Per esempio, il punto di primo intervento pare che continuerà, ma privo di ambulanze e di elicotteri. Questo vorrebbe dire che lo sciatore che s’infortuna in pista deve arrivare al Codivilla con i propri mezzi. Se viene raccolto dall’elicottero, invece, finisce a Pieve di Cadore, a Belluno o in qualche altro ospedale?

«Proprio così, stando alla scheda in vigore. Si è stabilito, nel passato, che i ricoveri siano di due tipi: fascia A e fascia B. La fascia A fa riferimento all’intervento delle ambulanze e dell’intervento, la B a quello privato. Bene, il Codivilla è stato autorizzato per la fascia B. Questo negli ultimi anni, in precedenza era diverso. Di fatto, però, da noi hanno continuato a rivolgersi ambulanze ed elicotteri. La speranza è che la deroga continui. Ma non c’è un documento ufficiale a stabilirlo».

È vero che il 29 la Giomi se ne andrà con tutti gli impianti e le attrezzature di sua proprietà e che, pertanto, l’ospedale rischia di rimanere inoperativo?

«Gli investimenti - di milioni - sono stati fatti dalla spa, la Giomi ha il 49% delle azioni, quindi si comporterà di conseguenza. Io spero che prima del 29, per dare continuità all’attività, si trovi un accordo almeno su questo aspetto. È evidente che la società si trova in presidenza di gravi danni...».

Vuol dire che la Giomi reagirà?

«Noi abbiamo vagliato tutte le possibili azioni. La reazione dipenderà dall’intesa che ci verrà proposta. Fino ad oggi è mancata perfino la buona educazione. Dopo 14 anni di collaborazione, non ci aspettavamo un atteggiamento simile».

Sa che non possiamo credere che tra voi e la Regione non vi sia stato, in queste settimane, nessun contatto?

«È la verità. Nessuno ci ha comunicato le delibere. Silenzio anche dall’Usl. E su chi arriverà non sappiamo nulla».

Francesco Dal Mas

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