Usl unica, sì condizionato «Serve una strategia»

Il Movimento 5 Stelle analizza la proposta di legge di riforma della sanità «Accorpare le funzioni ed eliminare doppioni valorizzando le eccellenze»
ospedale san martino
ospedale san martino

BELLUNO. Non basta ridurre il numero delle Usl. Bisogna capire qual è la strategia da adottare per l’unificazione della sanità veneta, a partire dalla “super Usl”, l’Azienda Zero che gestirà personale e appalti. Questi i punti fermi del Movimento 5 Stelle bellunese che in questi giorni di dibattito intorno alla sanità veneta chiede alcune modifiche alla legge.

«Abbiamo sempre sostenuto la necessità di riorganizzare la sanità veneta e di ridurre numero delle aziende sanitarie» spiegano i 5 Stelle, «non possiamo che condividere questo obiettivo. In quest’ottica abbiamo sempre evidenziato l’opportunità di ragionare seriamente anche sull’unificazione delle due Usl bellunesi. Nella proposta “Zaia” però, cosa molto preoccupante, non c’è scritto come avverrà la fusione delle Usl e non è specificato come verrà gestita l’integrazione tra le aziende ospedaliere da accorpare. Manca la definizione della strategia che porterà all’unificazione».

L’effettivo modello e la futura organizzazione della sanità, insomma, verranno delegate ad un successivo testo unico: «A nostro parere l’integrazione fra le Usl venete, a maggior ragione per le due Usl bellunesi, va elaborata tenendo conto di criteri ben precisi» continuano i 5 Stelle, «accorpamento delle funzioni dirigenziali e amministrative, eliminazione dei doppioni e razionalizzazione delle spese; messa in rete di tutti i presidi ospedalieri presenti sul territorio; riorganizzazione della gestione di alcuni reparti finalizzata alla valorizzazione delle eccellenze presenti nei singoli nosocomi».

Sull’Azienda Zero i 5 Stelle bellunesi aggiungono: «Si tratterà di una “super Usl” che gestirà non solo gli acquisti e gli appalti, ma anche il personale e le finanze delle varie Usl. Decideranno tutto il presidente della Regione e il Direttore Generale di questa Usl speciale facendo anche a meno di ascoltare i territori, i cittadini e i sindaci. Visti gli scandali Mose, Expo e Mafia Capitale è lecito sospettare che l’Azienda Zero possa diventare, presto o tardi, oltre ad uno spaventoso centro di potere, un possibile covo di malaffare».

Non mancano i timori per l’accorpamento dei servizi sociali alla funzione sanitaria, con il timore che «sia soltanto il primo passo per un progressivo abbandono della regione delle questioni sociali e sociosanitarie a particolare rilevanza sociale, magari provando a scaricarle ai comuni, che non saranno mai in grado di occuparsene».

La proposta di legge non convince i 5 Stelle: «È innanzitutto parziale, per molti aspetti lacunosa e pericolosa in relazione al sociale e al territorio. Per questo è necessario lo sforzo di tutti, ad ogni livello, per modificare profondamente questa proposta».

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi