Usò l’eredità della sorella per comprare casa

Sotto accusa un amministratore di sostegno che avrebbe distratto 300 mila euro e risarcirà vendendo due appartamenti

Gigi Sosso

BELLUNO. Depredata l’eredità della sorella. Il conto finale è di 300 mila euro e un processo per peculato a carico del 76enne bellunese L.P. L’imputato era l’amministratore di sostegno della donna e avrebbe dovuto gestire il capitale nel suo esclusivo interesse, non nel proprio, come sostiene la Procura della Repubblica di Belluno.

Adesso vorrebbe patteggiare la pena, ma questo non è possibile, se non dopo il risarcimento del danno provocato. Gli costerà la vendita di due appartamenti di proprietà, dopo che con quei soldi se n’era comprato uno.

Parte civile sono due donne molto più giovani, che fanno parte della famiglia. Una casata molto benestante, se è vero che quando muore il capofamiglia lascia un’eredità consistente agli eredi, tra i quali c’è una donna, che ha gravissimi problemi fin da quando è venuta al mondo. Durante il parto, ci sono stati complicazioni talmente pesanti che al cervello della piccola è arrivato poco ossigeno con conseguenze devastanti sul piano cognitivo.

Una volta maggiorenne, la donna è stata dichiarata interdetta dal giudice tutelare e per questo non in grado di provvedere ai propri interessi e bisognosa di adeguata protezione.

Il giudice tutelare ha individuato nel fratello l’amministratore di sostegno ideale e, nel corso di alcuni anni, l’uomo ha fatto tutto quello che gli era stato indicato, compresa la presentazione del resoconto annuale con la documentazione delle spese sostenute in favore dell’amministrata. Il periodo monitorato dalla magistratura è stato quello tra il 2013 e il 2019, dopo la denuncia presentata da una parente, che non era per niente convinta della bontà della gestione del sostanzioso patrimonio.

Sono state fatte tutte le verifiche necessarie, arrivando alla conclusione che mancavano 300 mila euro. E che l’uomo li avrebbe utilizzati per comprarsi una casa, prima di aver bisogno dell’assistenza legale dell’avvocato di fiducia Sergio Montoneri. C’è stata un’udienza preliminare davanti al gup, dopo che erano stati risolti in qualche modo tutti i problemi di natura fiscale e tributaria ed era stato chiamato in causa anche un notaio.

C’è stata un’udienza preliminare, davanti al gup di Belluno, nella quale non è stato possibile patteggiare, in mancanza del risarcimento del danno provocato e ieri una richiesta di rinvio, perché ci sono delle trattative in corso, confermate dal legale di parte civile Michele Fusina, che affianca un collega del foro di Milano.

C’è tempo fino al primo febbraio dell’anno prossimo, per vedere due appartamenti e mettere insieme i 300 mila euro distratti dall’eredità. Solo allora Montoneri concorderà la pena con il pubblico ministero Roberta Gallego e ne chiederà l’applicazione al Tribunale. La pena per il peculato va da quattro a dieci anni e sei mesi, ma si troverà senz’altro un accordo al ribasso

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