Va in ferie dal lavoro e vola in Africa ad aiutare i bimbi: Iris nelle scuole in Togo

La Poclener, infermiera a Lozzo da cinque anni va in missione. Presto sarà costruito un nuovo asilo grazie ai fondi raccolti anche dai suoi compaesani

LOZZO. Iris lo ha fatto di nuovo. «Tempo di ferie? Volo in Africa». Così da cinque anni, con una missione ben precisa. Aiutare le persone che soffrono, soprattutto i bambini. Iris Poclener da Lozzo, professione infermiera. Ogni anno trascorre tre delle quattro settimane di ferie che le spettano nel segno dell’aiuto e della solidarietà. . Questa volta la sua meta è stato il Togo dove però, a differenza delle precedenti esperienze, non ha messo il camice bianco ma si è dedicata a scuole ed asili del villaggio di Adidogomé, situato a un’oretta di macchina dalla capitale Lomé. Esperienza forte, favorita dall’accoglienza delle suore di Maria Riparatrice, le stesse che a Lozzo gestiscono la casa di riposo. «In Africa le giornate sono tutte diverse l’una dall’altra, ci si sveglia molto presto, alle cinque» racconta Iris appena rientrata in Centro Cadore. «È stata un’esperienza molto intensa perché a differenza delle precedenti ho toccato con mano le difficoltà dell’Africa. Ho vissuto la vita del villaggio a strettissimo contatto con le persone. Inizialmente un po’ di scetticismo nei miei confronti c’è stato ma è bastato poco per integrarmi. Mi venivano a cercare loro, chiamandomi iovò che significa “bianca”. Io ero per loro la bianca».

Niente contrasti, tanto meno pericoli nell’esperienza. «Ero lì per aiutarli, questo viene avvertito con estrema positività. Mi sono messa a loro disposizione, ho insegnato ai bambini le norme basilari dell’igiene che in Africa, purtroppo, mancano. Ho spiegato loro che lavarsi le mani prima di mangiare è molto importante anche se loro l’acqua corrente non ce l’hanno e si lavano, tutti insieme, dentro grossi catini. Ho trascorso le mie giornate tra scuole e asili ma poi al pomeriggio ero nel villaggio, a giocare con quegli stessi bambini. Li ho aiutati a fare i compiti o a ripassare gli argomenti che non avevano capito a scuola. Lì le scuole hanno più o meno gli stessi gradi che esistono in Italia. C’è l’asilo e poi le elementari anche se non è facile, visti i numeri ristretti, suddividere le classi per età».

Dietro i viaggi in Africa si cela sempre un intento solidale. È stato così anche questa volta. «L’aiuto del Cadore è sempre eccezionale. Prima di partire ho raccolto tantissimi vestitini che ho consegnato ai bambini di un orfanotrofio. Ne ospitava 97 in una situazione molto complicata. L’adesione della mia gente è sempre straordinaria. Compaesani e non solo, amici e parenti, la parrocchia di Lozzo ma anche i tanti colleghi degli ospedali di Pieve ed Auronzo che ogni anno partecipano anche ad una raccolta fondi che quest’anno ho deciso di destinare alla realizzazione di un asilo all’interno della missione delle suore di Maria Riparatrice ed all’orfanotrofio Santa Maria delle suore di Nazareth a Notsé. Ho raccolto una buona cifra che, per quanto riguarda l’asilo della missione, permetterà di avviare il progetto».

Quest’anno, rispetto al passato, Iris non è partita da sola. «Ringrazio la mia compagna di viaggio Francesca Zanella che vive a Lorenzago. Da tempo mi aveva espresso questo desiderio. Sono molto contenta della sua adesione, l’esperienza africana è forte ma cambia la vita. Spero che in futuro altre persone del Cadore possano decidere di seguirmi». —


 

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