«Va trovato un equilibrio tra raccolta e costi»

L’associazione ha organizzato una serata per discutere di gestione e futuro del servizio

BELLUNO. Il metodo migliore per raccogliere i rifiuti non esiste. Va calato nel territorio. Tenendo fermo un parametro: quello dei costi. «Sono sostenibili fino ad una percentuale di differenziata compresa fra il 70 e l'80%», ha spiegato lunedì sera l'amministratore unico di Bellunum, Davide Lucicesare, invitato alla serata organizzata da Vivaio Dolomiti sul tema “Raccolta differenziata, stiamo andando per la strada giusta?”. «Non si può spingere il sistema all’estremo».

Vivaio Dolomiti si interroga da alcuni mesi sul ciclo dei rifiuti, in particolare sui costi delle varie modalità di raccolta e sulla destinazione finale delle immondizie. L’associazione ha invitato a parlare Lucicesare e un dirigente di Quadrifoglio, società che si occupa dei rifiuti a Firenze e nei comuni limitrofi. Nel capoluogo toscano, dove si raccolgono nel solo centro storico 42 mila tonnellate di rifiuti l’anno (dati influenzati dal turismo), il problema immondizie è stato risolto con i cassonetti interrati: «Quando facevamo il porta a porta ogni giorno trovavamo sacchi di rifiuti in strada. Con i cassonetti interrati abbiamo risolto i problemi e questi contenitori sono diventati un fiore all'occhiello anche nelle relazioni dell'Unesco», ha spiegato Domenico Scamardella.

Quadrifoglio applica il porta a porta in numerosi comuni, mentre Bellunum ha scelto in città un sistema misto: solo in alcune frazioni il rifiuto viene raccolto a domicilio. «La raccolta stradale ci permette di tenere le tariffe basse, ma di avere allo stesso tempo una buona qualità del rifiuto in uscita», ha evidenziato Lucicesare. «Il modello non è applicabile in ogni territorio, ma in questa provincia abbiamo una cultura del riciclo che lo rende valido».

Belluno «è arrivato in fretta al limite di legge del 65% di differenziata, poi attuando una politica di contenimento dei costi che ha portato a ridurre la tariffa del 28% in dieci anni abbiamo superato l'80». Va quindi trovato un equilibrio fra raccolta e costi, per rendere il sistema sostenibile. Anche perché: «Tutti pensano che dalla vendita dei materiali riciclati le società guadagnino molti soldi. Non è così», ha chiuso Lucicesare.

Non dimenticando di ricordare che il futuro dei rifiuti, in provincia, è appeso a scelte politiche: «In provincia manca una direzione, però, lo scenario è complesso e fragile. Ci sono dodici gestori e manca ancora l'autorità di bacino. La Provincia è inerte e deve ancora dire che linea vuole seguire sullo smaltimento». Provincia che è proprietaria di Dolomiti ambiente. A tracciare il quadro della sua storia è stato l'ex assessore provinciale Piero Balzan: «Non si capisce cosa si voglia fare di questa società, che ha avuto una storia già travagliata». «La gestione dei rifiuti va pianificata, e servono dei tecnici per farlo», ha concluso Scamardella. (a.f.)

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