Vaccari non aspetta, ecco il doppio senso

Il sollievo degli automobilisti feltrini. Ma ora la sosta è diventata impossibile
e all'ora di punta si formano ingorghi
FELTRE. Si può? Si può. Davanti al muso di una Smart il vigile allarga il braccio, come ad aprire una porta verso largo Castaldi. La donna al volante sgrana gli occhi per un secondo poi ingrana la marcia e va. Non è neppure mezzogiorno: in un paio d'ore gli operai del comune hanno smontato e sostituito cartelli, cancellato e ridisegnato strisce sull'asfalto, portato via transenne.


La nuova-vecchia viabilità voluta dal nuovo-vecchio sindaco si materializza nel cuore della città come un divano rimesso a nuovo nel centro del salotto di casa. E i feltrini si accomodano con un'espressione di sollievo, come a dire "Mi sei mancata tanto". Una settimana, perfino qualche ora in meno. Vaccari ha bruciato tutti i record: lunedì 28 a mezzogiorno non era ancora stato eletto, ieri alla stessa ora la città aveva già incassato il pegno della sua promessa elettorale: {Con me si torna alla vecchia viabilità}. Fatto.


L'ordinanza, quella annunciata venerdì, in realtà era già stata firmata giovedì, protocollo 11879, 80, 81 e 82. Per rovesciare il traffico, il sindaco ha ribaltato anche la prassi: prima ha riaperto le strade, poi ha pubblicato le regole. Tanto sapeva che gli automobilisti feltrini ci avrebbero messo un secondo a ritrovare la posizione sul divano. Un momento con gli occhi sgranati, come la donna sulla Smart. Il tempo di capire che era tutto vero e poi via, sulla strada più veloce per raggiungere casa, ufficio, negozio. Ognuno con il proprio tornaconto personale. {E' come se fossimo tornati indietro di un paio d'anni. Mi sento perfino più giovane}, sorride amaro l'ex assessore all'ambiente Luciano Bona che invece sognava un centro con più spazi per i pedoni e meno per le auto.


Se l'amministrazione Brambilla avesse puntato davvero sulla chiusura al traffico di una parte di via XXXI Ottobre e di largo Castaldi, forse oggi sarebbe tutta un'altra storia, perché certi piaceri per conoscerli bisogna provarli. Invece si torna indietro, al centro città trasformato in passante: due sensi di marcia, tutte le svolte più complicate, ingorghi nell'ora di punta alle Tezze, nessuna possibilità di accostare al marciapiede per scendere al volo dall'auto perché non c'è spazio per la sosta, né breve né brevissima. Si può solo accelerare, nel centro città modello tangenziale. E nessuno sembra dispiacersi. C'è perfino chi scatta una foto col telefonino, naturalmente senza scendere dalla macchina.


I più furbi nel pomeriggio hanno già scoperto il trucco: due ruote sul marciapiede, quattro frecce accese e di corsa al bar, con il vigile che gira la testa per non vedere e i passeggini costretti a scartare verso il centro della strada. I commercianti? Contenti, come previsto. Ma chissà se è davvero perché gli affari aumenteranno o perché da dentro il loro acquario si accontentano di vedere un po' di movimento in più. Un bel po' di movimento, quello sì.

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