Vaccinazioni, è caos tra Ministero e Regione

Su come comportarsi con gli alunni delle scuole dell’infanzia non immunizzati Venezia cerca il dialogo con le famiglie. Coletto: «Non mi risulta a casa nessuno»
Un bambino viene vaccinato in un ambulatorio in una foto d'archivio. ANSA / CIRO FUSCO
Un bambino viene vaccinato in un ambulatorio in una foto d'archivio. ANSA / CIRO FUSCO

VENEZIA. Obbligo vaccinale, che confusione.

A Roma il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin anche ieri ha ricordato che il termine del 10 marzo vale per tutte le Regioni: «È fissato dalla legge ed è stato ribadito anche dall’ultima circolare Miur-ministero della Salute dello scorso 27 febbraio».

E da parte sua, a Venezia, l’assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto ha spiegato che per il Veneto «non cambia nulla, resta tutto come prima».

Come stanno quindi le cose, e come si devono comportare le famiglie?

Alle scuole dell’infanzia. Iniziamo dai bambini che frequentano asili e scuole materne. «In questo caso la scadenza del 10 marzo per essere in regola con l’obbligo vaccinale», spiegano dal ministero della Salute al nostro giornale, «vale per tutti, compreso il Veneto».

Ciò vuol dire che possono regolarmente frequentare asili e scuole dell’infanzia quei bambini che sono in regola con i vaccini o che stanno regolarizzando la loro posizione, e hanno presentato a scuola documentazione dell’appuntamento già fissato con l’ambulatorio vaccinale. «Chi ha prenotato il vaccino», dice Coletto, «ha la scadenza il 30 di aprile».

E chi non è vaccinato e neppure ha l’appuntamento? Dovrebbe essere rispedito a casa anche se nella maggior parte delle scuole e degli asili si stanno verificando i dati con le Usl, grazie all’anagrafe vaccinale, e ci si sta orientando cercando un dialogo con le famiglie, invitandole a prendere appuntamento. «Casi di bambini lasciati a casa in Veneto a me non risultano», ha aggiunto ieri Coletto.

Del resto molte famiglie contrarie ai vaccini, comunemente chiamate no-vax, si stanno attrezzando organizzando scuole dell’infanzia alternative, pronte a decollare, in luoghi riservati, a partire dal prossimo anno scolastico.

Scuole dell’obbligo. Per ciò che riguarda invece le scuole dell’obbligo, per le famiglie dei ragazzi non vaccinati scatterà la sanzione, ma dopo un percorso in alcune tappe.

I dirigenti scolastici, dopo aver delineato il quadro dei ragazzi non in regola con la vaccinazione, entro il 20 marzo dovranno scrivere ai genitori che poi avranno dieci giorni per rispondere e spiegare se: sono in regola ma c’è un ritardo nella registrazione, hanno preso l’appuntamento e si stanno mettendo in regola; hanno ottenuto l’esonero dall’Asl; non hanno intenzione di sottoporre il figlio a uno o più dei vaccini obbligatori.

Dopodiché potrà essere l’Usl a intercettare le famiglie per cercare di convincerle a sottoporre i piccoli ai vaccini.

Se, anche dopo questo possibile ma non obbligatorio contatto, a partire dal 30 aprile le famiglie saranno sanzionate, una sanzione che, indipendentemente dal numero di vaccini mancanti, sarà compresa tra i 100 e i 500 euro salvo che salvo che a seguito di contestazione da parte dell’azienda sanitaria locale territorialmente competente, i genitori provvedano, nel termine indicato nell’atto di contestazione, a far somministrare al minore il vaccino o la prima dose del ciclo vaccinale.

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