Vaccinazioni, fuori da asili 500 bimbi non in regola
belluno
È ancora caos per l’iscrizione e la frequenza dei bambini da zero a sei anni alle scuole dell’infanzia. Le varie notizie arrivate in queste settimane da Roma, che smentivano la legge vigente per poi confermarla, stanno creando qualche confusione tra le famiglie che non sanno più cosa fare. A luglio erano 581 i bambini in età prescolare non in regola. Ma il Dipartimento di Prevenzione dell’Usl 1, chiarisce le modalità per accedere alle lezioni.
«Soltanto dietro presentazione o della dichiarazione sostitutiva delle avvenute vaccinazioni o dell’appuntamento preso dopo il 10 giugno per l’immunizzazione, i bambini potranno accedere alle scuole dell’infanzia e agli asili nido. La situazione è chiara», dice il direttore della Prevenzione, Fabio Soppelsa, «la norma dello scorso anno sull’obbligo vaccinale è ancora in vigore e vale la circolare ministeriale del 6 luglio scorso che prevede che i minori indicati negli elenchi come “non in regola” vengano ammessi alla scuola dietro presentazione di questi documenti. La non ottemperanza a questa norma e la non presentazione di quanto richiesto non comporterà la decadenza dell’iscrizione del piccolo all’asilo o al nido, ma implicherà il fatto che il bambino non potrà essere ammesso finché non sarà in regola».
I problemi maggiori, quindi, riguardano proprio i bimbi da zero a sei anni. Per gli altri, da sei a 16 anni, trattandosi di scuola dell’obbligo, la frequenza scolastica non è messa in dubbio, anche se a farne le spese, nel vero senso della parola, saranno i genitori che dovrebbero pagare una sanzione per la mancata vaccinazione. «Per gli alunni dai sei anni in su vale la documentazione presentata lo scorso anno scolastico, eccetto se ci sono dei richiami da eseguire o nuove immunizzazioni. Noi, intanto, continuiamo a vaccinare, a dare appuntamenti per colloqui e per informare, rendendo consapevoli i genitori sulla scelta migliore da fare. Spetterà poi alle singole scuole verificare le veridicità delle autocertificazioni che sono state presentate dalle famiglie», dicono dal Dipartimento di Prevenzione.
Che la situazione sia un po’ critica lo afferma anche Igor Burlon, presidente della Federazione delle scuole materne paritarie (Fism) bellunesi. «Noi, secondo quanto prevede la norma nazionale, non possiamo accettare bambini nei nostri asili o nidi che non siano stati vaccinati, o per i quali comunque i genitori non abbiano presentato le autodichiarazioni o la prenotazione dell’appuntamento per l’immunizzazione. Nonostante ciò, stiamo alla finestra. Vedremo quello che succerà perché le voci che si sono susseguite in queste settimane è indubbio che abbiano creato una certa confusione. Vedremo se prima dell’inizio delle lezioni ci saranno dei cambiamenti o delle nuove circolari. Siamo in attesa».
Capire, però, quanto abbiano perso gli asili paritari e non a causa di questa vicenda non è facile. «Per quanto ci riguarda», precisa Burlon, «lo scorso anno sono stati ritirati una quindicina di bambini dalle nostre strutture, perché non in regola. Per tutti gli altri casi le famiglie hanno portato le autocertificazioni. Tra gli iscritti di quest’anno diventa difficile capire quanti bimbi sono rimasti direttamente a casa senza iscriversi, visto che è la prima iscrizione». —
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