Vaccini, 17 genitori già sotto inchiesta per le autocertificazioni false a scuola

Il procuratore Luca ha ricevuto solo il dato dell’Istituto comprensivo di Trichiana. In provincia potrebbero essere centinaia



Autocertificazioni false. Diciassette in una sola scuola. Promette di avere sviluppi molto importanti, in tutta la provincia, il controllo a tappeto disposto dalla Procura della Repubblica sui vaccinati, veri o presunti, nelle scuole del Bellunese. Il Nas dei carabinieri di Treviso sta lavorando ormai dallo scorso mese di ottobre su delega del procuratore Paolo Luca e i primi risultati sono arrivati sulla scrivania del magistrato: nel solo Istituto comprensivo di Trichiana, gli uomini coordinati dal colonnello Vincenzo Nicoletti hanno stanato questi 17 casi.

Senza mettersi a fare moltiplicazioni a caso, nell’intero territorio provinciale potrebbero essere centinaia. Nella scuola di Borgo Valbelluna, che comprende asilo, elementare e media, gli iscritti sono poco meno di un migliaio e dalla metà di dicembre la dirigente scolastica reggente è Vanna Rossetti (titolare in Alpago). Il suo arrivo è successivo all’avvio delle indagini, ma dev’essere stata inevitabilmente la prima a sapere questo dato e a muoversi di conseguenza. Da oggi, scatta il «senza vaccino, niente scuola», per citare direttamente il ministro della Salute, Giulia Grillo. Chi non è in regola con le vaccinazioni rischia anche l’esclusione, soprattutto dai nidi e dalle scuole dell’infanzia.

Papà o mamme, che hanno firmato l’autocertificazione farlocca, invece, sono indagati per l’ipotesi di reato di falso ideologico commesso dal privato in atto pubblico. Prima dell’iscrizione all’anno scolastico, il genitore o chi ne fa le veci avrebbe dovuto sottoporre i propri figli di età compresa tra zero e 16 anni a dieci vaccini obbligatori: anti polio, difterica, tetanica, epatite B, pertosse, haemophilusinfluenzae tipo B, morbillo, rosolia, parotite e varicella. Le famiglie avrebbero dovuto portare in segreteria i certificati dell’Usl oppure compilare un’autocertificazione sulla fiducia.

I primi riscontri numerici fanno pensare che più di qualcuno abbia giocato sporco e questo è soltanto l’inizio. Man mano che arriveranno i dati ufficiali dal Nucleo antisofisticazione, si avrà l’esatta dimensione di un fenomeno tanto fraudolento quanto pericoloso.

Un controllo a campione era già stato effettuato ai primi di settembre in sei istituti del Bellunese, ma in seguito è scattata un’operazione molto più complessa e articolata: «Tanto per cominciare, ho aperto 17 fascicoli per la stessa ipotesi di reato, ma se le premesse sono queste, tutto fa pensare che ci sarà molto la lavorare», spiega il procuratore Paolo Luca, «eventualmente, posso già annunciare che non ci sarà un processo unico per tutti i coinvolti in questa vicenda, ma ciascuno dovrà affrontare il proprio, anche perché le posizioni potrebbero essere diverse».

Impossibile fare una proiezione, ma andrà a finire che bisognerà trovare un certo spazio, nel ruolo del tribunale di Belluno: «Gli accertamenti richiesti sono stati fatti nella maniera più accurata possibile e aspetto che arrivino i dati ufficiali», riprende Luca, «per il momento, posso concentrarmi solo su Trichiana e non è poco».

Il rischio è molto più pesante in province decisamente più popolose del Veneto, dove probabilmente non basterebbero le due squadre messe in campo dal Nas di Treviso. In ogni caso, i tempi per la chiusura dell’indagine bellunese non potranno essere brevissimi. —





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