Vaccini, le autocertificazioni nel mirino della Procura

Il procuratore Paolo Luca ha incaricato il Nas di Treviso di fare gli accertamenti. Coinvolti elementari, asili e nido: chi ha mentito questa volta finirà in tribunale 
Una bambina viene vaccinata in un ambulatorio della Asl di Napoli, in una foto d'archivio..ANSA / CIRO FUSCO
Una bambina viene vaccinata in un ambulatorio della Asl di Napoli, in una foto d'archivio..ANSA / CIRO FUSCO

BELLUNO

La salute bene primario. La Procura della Repubblica ha disposto una verifica a tappeto sulle autocertificazioni per i vaccini, con cui i genitori dei bambini delle scuole elementari e degli asili e anche dei nidi hanno iscritto i loro bambini. Non ci sono state segnalazioni particolari da parte dell’Usl, ma i non vaccinati non mancherebbero e il procuratore della Repubblica, Paolo Luca ha già incaricato il Nas dei carabinieri di Treviso di avviare gli accertamenti necessari a scoprirlo. Il colonnello del Nucleo antisofisticazione, Vincenzo Nicoletti sta inviando gli uomini disponibili nelle strutture riservate all’infanzia, a fare tutti gli accertamenti sulla documentazione depositata dalle famiglie nelle segreterie.

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Non ci sarà una multa per chi non ha certificato la verità, ma scatterà un procedimento penale per l’ipotesi di reato di falso ideologico commesso dal privato in atto pubblico. Previsto e punito con la reclusione dall’articolo 483 del Codice Penale: «Quella che bisogna verificare è la corrispondenza al vero delle autocertificazioni che sono state presentate per il corrente anno scolastico, relativamente all’assolvimento degli obblighi vaccinali», spiega Luca, «le certificazioni sono state abbastanza numerose e si tratta di stabilire se siano autentiche oppure no. Non sarà un accertamento a campione, ma caso per caso. Dal punto di vista amministrativo, dovrebbero essere gli istituti a comunicare tutto alle aziende sanitarie, ma abbiamo deciso di procedere, per capire se sta andando tutto bene o ci sono dei problemi, che vanno analizzati e perseguiti».

Un aiuto a questa indagine aula per aula, banco per banco arriverà dal numero della popolazione residente in provincia di Belluno, che non è la stessa di altri bacini sanitari e scolastici: «Noi possiamo permettercelo, a differenza di chi deve fare i conti con un milione di abitanti e andremo fino in fondo con questo lavoro».

Prima dell’iscrizione a scuola, i genitori sono tenuti a sottoporre i loro figli di età compresa tra zero e 16 anni a dieci vaccini obbligatori: anti polio, difterica, tetanica, epatite B, pertosse, haemophilusinfluenzae tipo B, morbillo, rosolia, parotite e varicella.

Le famiglie devono portare i certificati dell’Usl o compilare un’autocertificazione necessaria all’iscrizione. Non serve altro e la tentazione di non raccontarla giusta ci può essere, anche se può mettere in pericolo il benessere dei compagni di classe.

Un controllo a campione del Nas è già stato effettuato ai primi di settembre, in sei istituti comprensivi della provincia.

Due squadre di militari specializzati dell’Arma hanno effettuato tutta una giornata di controlli. Sotto esame, appunto, le autocertificazioni presentate dalle famiglie dei bambini che quest’anno frequentano asili ed elementari del Bellunese. Ma sono stati controllati anche gli stessi certificati vaccinali rilasciati direttamente dall’Unità sanitaria locale.

Questi accertamenti «sono stati disposti per tutta Italia direttamente dal Comando carabinieri per la tutela della salute di Roma, che ha voluto verificare il rispetto dell’applicazione della normativa sulle vaccinazioni obbligatorie per tutti i ragazzi da 0 a 16 anni», aveva precisato il comandante dei Nas di Treviso, Vincenzo Nicoletti.

Immunizzazione che, nelle scuole dell’infanzia cioè asili e asili nido, porta all’esclusione dei bimbi non in regola.

Quello della Procura è un passo avanti, che richiederà inevitabilmente del tempo, ma che permetterà di smascherare eventuali furbetti e portarli dritti a processo. —


 

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