Vaia, danni a 100 siti: il complesso lavoro di Enel Green Power su dighe e gallerie

Dai bacini sono stati portati via 20mila metri cubi di tronchi importanti interventi di recupero per le opere di presa 

BELLUNO. Nessuna immagine scattata nei giorni di Vaia di un anno fa ebbe un impatto mediatico così importante e dirompente come il lago del Tudaio diventato un tappeto di alberi. Fu quella immagine, più di quelle che erano arrivate da Belluno, da Rocca Pietore, dalla Val Visdende, a far capire agli italiani l’immane disastro che aveva colpito il Bellunese e più in generale il nordest del Paese.

Tra i tanti bilanci che si stanno facendo in questi giorni, fatti di ricordi e di un anno di interventi, ecco dunque quello dell’Enel Green Power che gestisce le decine di impianti, con le relative opere, che costituiscono il complesso sistema idroelettrico presente nel Bellunese e composto da dighe, traverse, opere di presa, gallerie, canali, centrali.

Vaia ha prodotto danni in più di cento siti, alcuni dei quali sono diventati raggiungibili per le attività solo nella tarda primavera.

ripresa della attività.

Il giorno di Vaia solo il 25 per cento degli impianti era rimasto in funzione, ma già il 9 novembre, dopo l’intervento del personale di Enel Green Power, il 65 per cento degli impianti era già rientrato in servizio, il 7 dicembre la percentuale era salita all’84 per cento.

I primi interventi hanno riguardato la viabilità e la messa in sicurezza dei siti, per garantire la stabilità delle opere durante l’inverno e per poter procedere alle attività di ricostruzione e ripristino a partire dalla primavera.

I laghi

Impressionante la situazione dei laghi, non solo quello del Tudaio, coperti da migliaia di alberi caduti per il vento nei laghi o portati dai fiumi in piena. Le dighe hanno di fatto bloccato il materiale evitando che potesse scendere a valle e causare altri danni.

E’ stata valutata la presenza di oltre 20mila metri cubi di materiale legnoso in sospensione.

Le operazioni di recupero sono state condotte per ogni sito, individuando le aziende che potessero garantire, pur nelle condizioni di emergenza, una sicurezza totale e la tutela dell’ambiente. Sono state utilizzate varie metodologie e tecniche ma principalmente si sono usati pontoni galleggianti dotati di mezzi speciali in grado di recuperare e trasportare il materiale. Inoltre già nella fase di recupero è stato separato il legno dai rifiuti. Il legno è stato stoccato per avere la possibilità di utilizzarlo in seguito.

Il ripristino

Legname, ghiaia e massi ciclopici hanno danneggiato numerose opere idrauliche, in particolare quelle di presa. Sono stati così effettuati da Enel Green Power numerosi lavori di sistemazione delle strutture di difesa delle sponde danneggiate dall’acqua, interventi di ricostruzione totale delle opere a partire dalle fondazioni e molte manutenzioni importanti delle paratoie. Molti di questi lavori sono ancora in corso. Tra gli altri sono in fase di ultimazione i lavori allo sbarramento di Soverzene, cantiere molto importante anche per gli effetti sulla viabilità.

il caso tudaio

E poi c’è la diga del lago del Tudaio che si trova tra Auronzo e il Comelico. Un tempo era visibile da chi percorreva la strada verso Santo Stefano di Cadore, ora non più con la costruzione della galleria. Per molti le fotografie del lago piene di tronchi sono state una sorpresa. Da subito si è cominciato a ragionare su come togliere tutto quel legname, considerata anche la collocazione dell’invaso.

Sulla superficie del Tudaio c’erano 10mila metri cubi di legname in sospensione, che è stato recuperato utilizzando due pontoni con a bordo dei mezzi idonei: il loro arrivo sul lago è stato reso possibile grazie alla realizzazione di una banchina e utilizzando come pista di cantiere l’ex statale dismessa. Il materiale legnoso è stato stoccato quasi totalmente in aree messe a disposizione dalle amministrazioni locali, per avere la possibilità di riutilizzo per altre destinazione d’uso. —

Marcella Corrà



Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi