Vajont, in ferrata per vedere lo sfregio

Longarone. Inaugurata la nuova via artificiale realizzata sull’orrido. In memoria delle vittime del disastro di 52 anni fa

LONGARONE. «La Ferrata della Memoria» è stata inaugurata ieri mattina nella sala di Certottica: uno dei partner del Progetto «Saferalps».

La ferrata, frutto di una ricerca, è stata intitolata alla «memoria», in ricordo delle vittime della tragedia del Vajont. L’utilizzo dell’insieme di strutture e attrezzature realizzate artificialmente sull’orrido del Vajont, farà riflettere gli escursionisti e, come ha affermato Luigino Boito, il direttore generale di DolomitiCert, sulla frana: uno sfregio prodotto «dall’ingordigia dell’uomo, dalla manipolazione dell’industrialismo eccessivo» che ha sfidato «la natura e suoi equilibri spontanei».

L’iniziativa è stata frutto di un’azione sinergica tra vari soggetti ed è stata finanziata nel Programma Interreg IV Italia-Austria. Capofila della ricerca, è stato il Soccorso Alpino e Speleologico del Veneto – 2° Zona Delegazione Dolomiti Bellunesi che si è avvalso dell’Università di Salisburgo, da Dolomiticert e dal Cai Veneto. Il progetto, decollato più di tre anni fa, fu innescato dal boom nella frequentazione delle vie ferrate registrato in questi anni.

Come è stato ricordato durante l’evento di inaugurazione, nelle sole Dolomiti Bellunesi sono centinaia di migliaia i passaggi degli escursionisti che ogni anno si affidano ai 40 chilometri di cavi delle 56 ferrate e ai 73 chilometri dei sentieri attrezzati.

I risultati ottenuti, dalla ricerca potranno essere estesi ad altre realtà connesse al turismo alpino come, ad esempio, le palestre di roccia e gli ancoraggi su roccia.

L’impegno più gravoso, sottolineato a più riprese dagli intervenuti, è stato il superamento delle problematiche derivanti dalla burocrazia e dalla rendicontazione.

Nei vari interventi è emerso l’approccio multidisciplinare che è stato utilizzato nel vagliare i materiali più idonei alla realizzazione delle ferrate.

La «Ferrata della Memoria» è stata realizzata seguendo le linea guida che sono state definite nel corso del Progetto «Saferalps» che persegue l’obiettivo di uniformare in tutto l’arco alpino le nuove ferrate o quelle già in essere, Dopo aver redatto il manuale, il team italo-austriaco ha allestito la ferrata che è stata realizzata utilizzando i materiali e le indicazioni contenute nelle linee guida.

Verso le 12, i convenuti si sono trasferiti al tornante 6 dove, dopo la benedizione da parte del vescovo Andrich, c’è stato il taglio del nastro della nuova Ferrata del Vajont. Un “anello” importante sulle Dolomiti che non mancherà di attirare nuovi addetti ai lavori e appassionati di questa pratica che permette di godere di un patrimonio naturale unico al mondo.

Paolo Baracetti

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