Vajont, l’ultimo saluto a quattro vittime
LONGARONE. Quattro salme di vittime del Vajont sono state trasferite al cimitero di Fortogna, dove riposano gran parte dei caduti della tragedia, portando a 69 il numero dei trasferimenti dal 2004 ad oggi.
La traslazione è avvenuta ieri durante una semplice cerimonia dall’alto valore simbolico, alla presenza di amministratori e di alcuni familiari. Le vittime sono una famiglia di Zoppè di Cadore, paese dove era precedentemente sepolta, formata dal padre Raffaele Simonetti (40 anni quel 9 ottobre 1963), il figlio Ugo che aveva solo 7 anni e la madre Alda Sommavilla che ne aveva 39. C'è poi la salma di Luigi De Col, che aveva 41 anni, proveniente dal cimitero di Pirago di Longarone.
«In questa giornata piovosa – ha detto il sindaco di Longarone Roberto Padrin, presente insieme all'assessore Ali Chreyha e al consigliere Manuel Bratti – che ci stimola ancora di più nella riflessione, vogliamo accogliere nuove salme delle vittime in questo luogo monumentale. Qui a Fortogna ci sono 1910 cippi che ricordano indistintamente tutte vittime del disastro, anche se vi riposano precisamente 1464 salme, suddivise tra 701 riconosciute e 763 senza nome. Le altre sono in altri cimiteri o purtroppo mai ritrovate. A queste si vanno ad aggiungere alcuni trasferimenti in atto dal 2004, anno del completamento dei lavori per il nuovo cimitero ai giorni nostri, per un totale di 69 con quelle di oggi. Questo luogo e queste piccole cerimonie vogliono essere un momento di condivisione con tutti i vari familiari. Certo, c'è l'angoscia per l’alto numero di vittime innocenti che qui vediamo, ma vogliamo anche pensare che qui si possa trovare la pace. Ora come amministrazione vorremmo verificare con esattezza quante salme mancano ancora da trasferire, ricordiamo che tutti i parenti possono fare in qualsiasi momento richiesta di portare qui i loro cari morti nel Vajont che si trovano ora sepolti altrove».
Presente anche il sindaco di Zoppè di Cadore Renzo Bortolot: «Ringrazio il Comune di Longarone – ha detto – per aver organizzato questo momento molto significativo, voluto in particolare qualche tempo fa dall'ex vicesindaco di Longarone Luigino Olivier. Il legame della nostra comunità con Longarone è molto forte visto che il Vajont ha portato via anche alcuni nostri concittadini».
Infine la benedizione con il parroco di Zoldo, don Moreno Baldo, e quello di Longarone, don Gabriele Bernardi, che ha detto: «Qui riposano 700 vittime che non hanno nome ma Dio sa riconoscerli. Ora benediciamo queste ceneri che ci fanno riflettere sul Vajont e su quello che ora, dopo più di 50 anni ci deve insegnare. È giusto commemorare ma il ricordo deve anche essere motivo di speranza e fede nella vita».
Enrico De Col
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