Vajont, museo a cielo aperto con le vecchie lapidi
LONGARONE . Un progetto per risolvere l’annosa questione delle lapidi abbandonate al cimitero monumentale delle vittime del Vajont di Fortogna. Dalle scorse settimane sta prendendo forma un’idea di risistemazione dei manufatti che da diversi anni giacciono abbandonati in un magazzino, alcuni anche logorati con il tempo.
Dopo la grande ristrutturazione del cimitero nel 2003 con la creazione di un campo di cippi bianche, le vecchie lapidi che ricordavano le vittime riconosciute e sepolte sono state raggruppate e immaginate e da allora non si sono più mosse. Questo ha causato le protese di alcuni superstiti, anche perché alcune lapidi si sono rovinate con l’operazione, ma finora non era stata ancora trovata una soluzione che potesse restituire la giusta dignità. Ora finalmente c’è una proposta per ricollocare le lapidi, annunciata dall’associazione dei superstiti “Vajont: futuro della memoria” già nel corso dell’assemblea sociale lo scorso anno.
«Dopo anni di attesa da parte del Comune ci siamo mossi in prima persona – spiega il presidente Renato Migotti – e abbiamo ideato un progetto di recupero delle lapidi che sia semplice, poco costoso e che possa rispettare tutte le sensibilità. Abbiamo intenzione di creare una specie di museo a cielo aperto, collocando le varie lapidi sulla sommità delle collinette che circondano il cimitero di Fortogna. In questo modo resterebbero nel luogo per cui sono state pensate e, a livello simbolico, circonderebbero l’area dando un valore memoriale aggiuntivo e dal forte impatto emotivo, senza necessità di lavori che modifichino il cimitero».
«In totale ci sarebbero circa 780 lapidi – continua Migotti - alcune sono rovinate o troppo grandi e quindi dovranno essere lavorate, in questo c’è già la disponibilità delle mani esperte degli scalpellini di Castellavazzo. Stiamo pensando di dare spazio in qualche modo anche agli oggetti funzionali come croci, statuette o altro. L’unico vero problema è di natura legale perché dobbiamo valutare i permessi e le prosperità dei manufatti che sarebbero privati prima di qualsiasi intervento. Stiamo, quindi, lavorando anche su questo fronte. A questo proposito nelle scorse settimane si è svolto un incontro tra l’amministrazione comunale e tutte le associazioni longaronesi legate al Vajont ovvero “Vajont: futuro della memoria”, il comitato dei sopravvissuti guidato da Micaela Coletti e il movimento cittadini per la memoria guidato da Carolina Teza. C’è stata quindi una condivisione generale di intenti e poi è prevista anche una presentazione pubblica alla popolazione per cercare la più ampia condivisione possibile. Se tutto dovesse procedere, il progetto, almeno nelle sue linee guida, potrà essere presentato già ad ottobre durante le cerimonie per i 54 anni del disastro.
Enrico De Col
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