Val di Zoldo, Sp251 ancora off limits per moto e bici. «Stufi di essere cittadini di serie B»

Protesta Oscar Meneghetti

titolare del ristorante Insonnia. 

«Fosse accaduta a Cortina

la cosa sarebbe già risolta»

L’appoggio del sindaco

Gianluca de Rosa
Il ristorante Insonnia, lungo la sp251 della val di Zoldo
Il ristorante Insonnia, lungo la sp251 della val di Zoldo

VAL DI ZOLDO

«Non vogliamo essere una valle di serie B»: monta la protesta in val di Zoldo, dove sulla provinciale 251 permane ormai da mesi il divieto di transito per moto e bici. Portavoce del malcontento è Omar Meneghetti, uno dei titolari del noto ristorante Insonnia, molto frequentato da turisti e residenti, ma soprattutto da quanti erano soliti muoversi in bici o moto.

«La chiusura della strada a cicli e motocicli ci priva di una grossa fetta di turisti», ha sottolineato in maniera contrariata, «il disagio non riguarda solo il nostro ristorante ma tutto il comparto turistico e commerciale della valle. Oggi più di ieri. Siamo ad agosto e nessuna novità si prospetta all’orizzonte».

Meneghetti incalza Veneto Strade, ente firmatario dell’ordinanza da rimandare all’incendio che nel marzo scorso interessò il territorio di Fortogna.

«Da allora, per motivi di sicurezza, l’accesso alla val di Zoldo è stato chiuso a cicli e motocicli», ricorda Meneghetti, «di fatto da Igne a Mezzocanale il transito è permesso alle sole autovetture; e questo per noi è un danno. Mi chiedo: se l’incendio avesse interessato l’Agordino o l’Alemagna nella zona di Cortina, le decisioni assunte da Veneto Strade sarebbero state le stesse? Qualche dubbio in merito, qui in valle, c’è. La realtà dei fatti è che ci sentiamo di serie B e questo non va bene».

Da Meneghetti arriva un appello ai vertici di Veneto Strade: «Qualcuno ci faccia sapere fino a quando resterà in vigore l’ordinanza. Siamo tutti molto dispiaciuti perché le difficoltà qui in valle sono all’ordine del giorno. Lamentare la chiusura della provinciale è un danno di enormi proporzioni, ancor di più in un periodo di ripresa per tutta la montagna bellunese».

Sulla vicenda è intervenuto nuovamente anche il sindaco di Val di Zoldo, Camillo De Pellegrin.

«L’ordinanza ha una sua logica, quello che si presenta illogico allo stato attuale è il fatto che a distanza di mesi non ancora sono iniziati i lavori previsti», ha spiegato il primo cittadino, «dire, oggi, che la strada provinciale della val di Zoldo è aperta è un errore: la strada non è aperta perché il transito non è permesso a tutti. Questo è un danno di proporzioni incalcolabili perché motociclisti e ciclisti che oggi si trovano la strada sbarrata domani, quando le cose ci auguriamo saranno risolte, non torneranno così facilmente da queste parti. La protesta del comparto turistico e commerciale trova il nostro massimo appoggio. Anzi, dico che alla lunga lista di strutture defraudate bisogna aggiungere il rifugio Remauro del passo Cibiana che ieri (domenica, ndr) ha perso quindici clienti, in bici, perché una volta giunti all’imbocco della valle, ignari del divieto, di fronte ai cartelli sono tornati indietro scegliendo altre strade ed altre zone».

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