Val Giralba, lavori febbrili per togliere l’enorme frana
AURONZO. Corsa contro il tempo per mettere in sicurezza Auronzo e in particolare la località Giralba. A monte, ovviamente, dei paesi. Da Ru Secco, a San Vito, a Gravasecca, in quel di Auronzo. La cenerentola delle frane, non solo quelle recenti, ma anche quelle più storiche, è proprio questa: la colata che ripetutamente va a coprire un corso d’acqua che per definizione di acqua non dovrebbe averne, ma che nelle poche volte in cui s’ingrossa, magari a seguito di qualche acquazzone più prepotente degli altri, trascina giù l’iradidio.
Bene, all’inizio di luglio Cima 12 e Croda dei Toni, due splendide montagne, hanno eruttato più di 40 mila metri cubi di sassi e terra. Un mese dopo addirittura 100 mila metri cubi. Siamo in Val Giralba, sopra Auronzo, 200 metri a valle di Gravasecca, ecco il rio Giralba, che dà il nome alla piccola valle, con decine di abitazioni e perfino di case alpine.
Nessuna frana lo ha investito a monte, ma la violenza dell’acqua ha eroso le sponde e ha riempito il letto di circa 40 mila metri cubi. È evidente, in questi giorni, la preoccupazione di chi si trova tra l’incudine ed il martello, case e colonie hanno le fondamenta su un conoide storico molto largo.
Basti dire che gli ultimi 100 mila metri cubi di colata, lungo il Gravasecca, si estendono per 2 chilometri di larghezza e uno sviluppo, tra l’Ansiei e i piedi della montagna di circa un chilometro. Più contenuto è il Giralba. A materializzare la paura, tuttavia, c’è quest’altro dato che ci fornisce l’ingegner Massimo Piovesana, capo dell’ufficio tecnico. Dopo la più recente implementazione di rocce, ghiaia, terra e fango, il letto del Gravasecca si è alzato di circa 4 metri, su uno strato inferiore addirittura di 50, depositatosi però nei secoli.
Il Giralba, nel suo piccolo, si è gonfiato per un metro e mezzo, forse 2. In presenza di questa pericolosa evoluzione, il sindaco di Auronzo, Daniela Larese Filon ha condiviso ovviamente la necessità, suggeritagli da Piovesana, di chiedere immediati interventi, quelli conosciuti come di “massima urgenza”, per evitare due rischi: che salti il ponte della strada regionale 48, di competenza di “Veneto Strade” e che i materiali invadano l’Ansiei, col pericolo che si formi una diga e, quindi, un lago a monte, pronto magari a tracimare in caso di tromba d’acqua.
Il Genio Civile si è fatto carico della ‘somma urgenza’ ed ha incaricato l’impresa De Pra di alleggerire prima di tutto il Gravasecca e, a seguite, il Giralba. La spesa? Ovviamente a carico dello ‘stato di emergenza’, quindi del commissariamento, che comprende questa frana e quelle della Val Boite e dell’Ampezzano.
Ecco, dunque, le ruspe già al lavoro. Devono portar via nell’immediato almeno 30 mila metri cubi, depositatisi tra il ponte sulla 48 e l’Ansiei, per un centinaio di metri; il materiale sarà depositato in posto sicuro, a monte del cantiere. Altri 50 mila sono da liberare dal letto del Gravasecca, per lasciar scorrere le acque in modo sicuro. In questo caso, sassi e ghiaia saranno utilizzati per rinforzare le sponde.
Una volta conclusa questa pulizia, l’impresa si occuperà del Giralba, per asportare dal letto 40 mila metri cubi, ma anche per rinforzare gli argini, specie in quelle curve così pericolose i cui danni, in caso di esondazione, si riverserebbero contro due case, forse anche di più.
«I residenti possono dormire sonni tranquilli – assicura il tecnico -, a meno che non accada il finimondo. Comunque il Comune, Veneto Strade e Genio civile hanno assicurato, in caso di previsioni meteo poco rassicuranti, un monitoraggio a vista».
A monte della Val Giraba parte il sentiero per il rifugio Carducci, portato via nella parte iniziale dalle acque del rio, all’inizio di luglio. «Verrà sistemato, contestualmente alla frana, con il cantiere del Giralba» si assicura in Comune.
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