Val Visdende, divisione dei beni in vista
SANTO STEFANO. La stagione delle assemblee delle Regole si avvicina ed è ora di fare il grande passo: mettere nero su bianco davanti al notaio, una volta per tutte, quella divisione dei terreni di fondovalle della Val Visdende che è in vigore nei fatti da quasi cinquant’anni ma che non è stata mai ufficializzata al catasto. Dando finalmente il “la” a quegli investimenti in valle che porteranno ricadute positive su tutto il Comelico.
L’invito lo lancia Pietro Buzzo, presidente della Regola di Santo Stefano e dell’Arfaco, l’associazione delle Regole del Comelico, alle nove comunioni familiari comproprietarie dei fondi in Val Visdende: Santo Stefano, Campolongo, Costalissoio, Casada, San Pietro, Costalta, Presenaio, Valle e Danta.
«In questi ultimi tempi, durante le riunioni delle Regole della Val Visdende», spiega, «si discute spesso della cosiddetta “divisione dei beni promiscui del fondovalle della Val Visdende”. A molti Regolieri non è noto che, seppure già da quasi cinquant’anni, esiste un accordo interno tra le Regole con un’assegnazione di fatto delle proprietà in valle attraverso una prassi ormai consolidata e accettata, a tutt’oggi tuttavia non esiste una formalizzazione con un atto notarile ufficiale».
«Il problema è che, gli attuali accordi, hanno effetti solo nei confronti delle Regole comproprietarie», sottolinea Buzzo, «rendendo necessario per qualsiasi intervento, richiesta di contributi, finanziamenti su progetti, autorizzazioni, il consenso di tutte le nove Regole, con tutte le problematiche connesse all’allungamento delle tempistiche e alle difficoltà burocratiche, responsabilità dei singoli soggetti. Con un regolare atto notarile la Regola assegnataria dei beni sarà finalmente libera di poter gestire la sua proprietà in assoluta autonomia».
Si tratta, insomma, di rendere ufficiale anche per il catasto la divisione che già c’è nei fatti. «Ci si limita a stipulare un atto notarile dichiarando lo stato attuale di una divisione che a tutt’oggi è di fatto già esistente, pertanto tutte le Regole avranno in godimento le stesse proprietà così come le utilizzano, con la sola differenza che l’accordo diventerà ufficiale».
I vantaggi saranno notevoli per i nuovi fabbricati: «Al momento della redazione delle pratiche di accatastamento risulteranno incontestabilmente di proprietà della Regola intestataria del terreno su cui sorge la costruzione. Tra l’altro vi sono numerose incongruenze ed errori nelle attuali planimetrie e negli accatastamenti degli edifici che andrebbero sanati con un unico documento, riducendo in modo considerevole i tempi e soprattutto i costi».
Costi che finora erano stati un freno a procedere con la pratica di divisione, che peraltro è prevista dalla legge regionale 26. Invece, è stato verificato raccogliendo alcuni preventivi, la spesa per la pratica sui 400 ettari non sarà particolarmente cara, mentre i vantaggi di mettere finalmente tutto in ordine davanti al notaio, spiega Buzzo, saranno notevoli.
«Innanzitutto ci sarà maggiore chiarezza in quanto ogni richiesta da parte di enti pubblici o privati passerà per una singola Regola e non dovrà fare il giro di tutte le altre, con il rischio di incorrere in allungamenti delle tempistiche e risposte divergenti tra le varie Regole. La cosa più importante però sarà che, con questo atto, ogni singola Regola potrà gestire la proprietà che le è stata assegnata, avendo finalmente la possibilità di investire in valle in modo funzionale e con una visione di più lungo termine.
Questo è uno dei principali motivi che a tutt’oggi ostacola gli investimenti in valle da parte delle Regole. È evidente che, se le Regole riescono a impegnarsi per la realizzazione di infrastrutture e opere, sicuramente ci saranno ricadute positive sull’intera popolazione del Comelico ed a tutti i livelli».
Non ci saranno ricadute, spiega poi Buzzo, per alcune consuetudini come il pascolo o l’uso di aree comuni. «Le Regole, proprio per evitare qualsiasi malinteso o eventuali futuri intenti di chiusura consapevoli dell’autonomia acquisita, stabiliranno da subito che i pascoli e i piazzali dove vengono accatastati i tronchi “Stazi del legname” dovranno necessariamente restare sempre aperti ed a disposizione di tutte le Regole, come d’altronde è sempre stato».
A questo punto, spiega Buzzo, tocca alle singole Regole e a tutti i regolieri fare la propria parte, portando nelle singole assemblee e approvando la decisione di procedere con la divisione dei beni promiscui. Sul tema, infatti, non basta il via libera delle amministrazioni ma sono le assemblee a doversi esprimere con il voto.
«Vorrei sensibilizzare i Regolieri sull’estrema importanza di questo atto», spiega infatti, «che, se da un lato è una semplice formalità, dall’altro può dare una vera svolta in senso positivo al Comelico mentre, se non si procede in tal senso, tutti quei progetti, che le Regole intendono portare avanti, dovranno necessariamente essere accantonati.
È importante che i Regolieri si informino e partecipino numerosi alle proprie assemblee per permettere di raggiungere il numero legale necessario per l’approvazione e dimostrare così quanto tengano allo sviluppo di questo comprensorio che, inevitabilmente, passa anche per questo atto divisionale di fondamentale importanza.Se la formalizzazione della divisione avrà seguito, si potrà dire che si mette un punto definitivo sulla quasi millenaria storia della divisione dei beni promiscui per aprire un nuovo e stimolante capitolo verso il futuro».
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