Val Visdende, tutto da rifare
Tante le assenze all'incontro organizzato da "Giovani doc"

Manuel Baldissarutti con Giulia e Michele De Mario; i tre fanno parte del gruppo “Giovani doc” che vuole lo sviluppo della Val Visdende
di lavoro sulla Val Visdende, consapevoli che bisogna al più presto individuare una via per garantire un futuro a chi vuole continuare a vivere qui in montagna». «Erano stati invitati i sindaci di Santo Stefano e di San Pietro, le Regole proprietarie della valle, gli esercenti e le associazioni di categoria. A causa dell'assenza di alcuni amministratori, però, non abbiamo raggiunto i risultati prefissati. All'appello, infatti, hanno risposto presente solo i presidenti delle comunioni familiari di Santo Stefano e Campolongo, il sindaco Buzzo, quattro operatori in valle, Adriano Zandonella (presidente Arfaco), Nello Virgili (vicepresidente CM Comelico e Sappada), Gianluigi Topran (presidente Consorzio Valcomelico-Dolomiti) e Michele Nenz (Coldiretti)». I ragazzi del gruppo "Giovani doc", fermamente convinti di poter costruire il proprio futuro in Val Comelico, chiedono con forza agli amministratori di creare delle possibilità lavorative. «Riteniamo», dice Loris Doriguzzi, «che la Val Visdende, fiore all'occhiello del Comelico, possa essere al centro di un attento sviluppo turistico. E parliamo di turismo perché solo questo è in grado di dare un beneficio diffuso sul vivere quotidiano della popolazione locale, perché ha ricaduta su tutti i livelli. E il fulcro del turismo ecosostenibile è il settore primario, che mantiene il territorio così come è stato creato. E lo conserva, ad esempio, dando sostegno economico alle aziende che sfalciano per la propria attività: quindi è anche fonte di redditività diretta. La Val Visdende, se conservata accuratamente e regolamentata, può quindi diventare fonte di sostentamento non solo per gli esercenti in valle, ma anche per chi vive in fondovalle». «E ogni amministratore», aggiunge Michele De Mario, «proprio perché si è proposto a questo ruolo, non può che avere a cuore il bene di coloro che rappresenta. Questo significa anche creare per loro possibilità lavorative e di sviluppo tali da assicurarne un'occupazione. Tenteremo di nuovo di invitare i portatori di interesse ad un tavolo di lavoro e confronto serio; e confidiamo nella presenza degli amministratori». (m.i.)
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