Valanghe dalla Marmolada sui baraccamenti

Nel marzo del 1916 ne caddero di enormi che fecero decine di vittime tra i soldati al fronte

ROCCA PIETORE. Chi s’inoltra nella stretta gola, dalle pareti a picco, che in due chilometri circa porta da Sottoguda alla verde conca di Mala Ciapela, si trova a percorrere un itinerario ben noto durante la Grande Guerra a migliaia di nostri soldati avviati al fronte della Marmolada.

A testimoniare quei giorni di lotta sono sulla sinistra alcune gallerie militari scavate nella roccia per essere utilizzate come polveriere e depositi e trasformate nel dopoguerra in rudimentali cappelle a ricordo dei caduti che trovarono sepoltura nei cimiteri militari di Malga Ciapela e Salère.

Poco più avanti, in un’insenatura tra le rocce, una nicchia custodisce l’immagine della “Vergine dei Serrai”, collocata nel 1987 in occasione della celebrazione dell’anno mariano per ricordare le sofferenze da tanti colà patite. Più avanti ancora, sulla destra, si trova un piccolo sacello dedicato a S. Antonio, con una piccola statua del Santo posta sull’altare all’interno ed una lapide commemorativa sulla facciata. La minuscola chiesetta, che era già esistente nel 1880, venne dedicata nel 1934 sempre al ricordo del cimitero di Malga Ciapela e Salère, dove vennero tumulate le salme di molti caduti al fronte. Anche del Col di Lana. Procedendo oltre, si incontra la piccola cascata generata dall’ultimo balzo delle acque del Ru Franzei prima di gettarsi nel torrente Pettorina e subito dopo la valle si apre lasciando intravedere la Marmolada di Serauta.

A Malga Ciapela, in località “Gran Pian”, dove sorge ora un agriturismo, vi era un ospedale da campo ed un’importante sede logistica, servita anche da una teleferica che raggiungeva il Vallon Serauta. In questa specie di grande villaggio militare c’erano decine di baraccamenti adibiti ad alloggi, magazzini, depositi viveri e munizioni, nonché un parco automezzi.

La sede del comando di sottosettore era invece ubicata presso il Rifugio Ombretta, costruito nel 1911 e finito poi distrutto dall’artiglierie austriache. Ai primi di marzo del 1916 le valanghe furono così numerose e imponenti, da interrompere le comunicazioni fra Sottoguda, Malga Ciapèla e i Passi d’Ombretta e Ombrettola. In particolare si ricorda quella precipitata il 9 marzo sulla località di Tabià Palazze, in Val Ciamp d’Arei, che distrusse completamente i ricoveri della truppa e travolse duecento fanti del 51° Reggimento Fanteria della Brigata “Alpi”, formato in gran parte da soldati della zona di Gubbio. Nello stesso giorno ne cadde una anche a Malga Ciapèla, facendo sessanta vittime, e un’altra, davvero tremenda, proprio all’imboccatura dei Serrai di Sottoguda, che travolse soldati, valligiani e lavoratori ausiliari. Le vittime furono 20 militari e 18 abitanti del luogo, che persero la vita mentre erano intenti a liberare la strada dalle neve. Dagli elenchi ufficiali dei caduti del Reggimento si ricavano i morti per caduta di valanga nei giorni 8, 9 e 10 marzo 1916, tutti soldati dell’8a, 9 a, 10a e 12a compagnia. Si tratta di 13 soldati e di un caporale ed i luoghi della disgrazie citati sono Tabià Palazze, Crepe di Ross, Malga Ciapèla e Casera del Lago. Il più giovane dei caduti era Giuseppe Santioni, nato il 5 settembre 1898, il più vecchio Adolfo Bellucci, nato il 20 settembre 1881. La Morte Bianca, qui come altrove, sapeva essere davvero più crudele ed inaspettata di qualsiasi granata. (w.m.)

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