Valle Imperina: va deserto il bando per gestire l’ostello
RIVAMONTE. Il bando per l'ostello di Valle Imperina va deserto e l'amministrazione comunale proroga i tempi. Ieri mattina alle 9 al municipio di Rivamonte si dovevano aprire le buste delle offerte relative alla gestione dell'ostello della gioventù di Valle Imperina per il quale l'amministrazione comunale, guidata dal sindaco Valter Todesco, aveva indetto un bando lo scorso 22 aprile. La pratica, però, è stata archiviata in fretta, perché sul tavolo non è pervenuta alcuna offerta.
Il bando si era reso necessario dopo che, con l'inizio del nuovo anno, era scaduto il contratto con la cooperativa Mani Intrecciate. L'esito negativo della gara si spiega da un lato con la situazione economica attuale, dall'altro con il fatto che l'intero ex sito minerario fatica a trovare la via per il decollo. «Purtroppo – dice il sindaco Todesco – di questi tempi non è facile: gli imprenditori che già hanno attività aperte sono prudenti e in generale non è semplice mettersi in gioco». L'amministrazione comunale, comunque, non si dà per vinta e ha deciso di prorogare i termini fino al prossimo 5 giugno, sperando nel ripensamento di qualcuno o nell'interesse di nuovi attori. «Negli ultimi giorni – dice Todesco – siamo stati contattati da un paio di soggetti economici uno della zona e uno da fuori. Visto che fino a ieri, alla scadenza del bando, non erano arrivate offerte, abbiamo ritenuto di prorogare i termini, dando la possibilità agli interessati di ripensarci».
Le condizioni rimangono le stesse: il contratto scadrà il 31 dicembre 2015 e potrà essere rinnovato per un ulteriore anno previo accordo scritto fra le parti. Il canone di concessione per la gestione dell'ostello sarà di 3 mila euro per il primo anno, di 5 mila per il secondo e di 7 mila per il terzo. Qualora anche il 5 giugno la scrivania rimanesse vuota, il Comune potrà andare a trattativa privata.
L'obiettivo rimane quello di aprire una struttura, giudicata strategica per la fruizione dell'intero sito, entro l'estate. «Per noi l'ostello rappresenta un tassello molto importante – sottolinea Todesco – se riusciamo a riaprirlo siamo convinti che poi si potrà discutere e fare delle valutazioni circa l'apertura dei forni fusori e del sito in generale. La nostra idea è quella di puntare su dei privati e non sul volontariato. D'altronde serve gente disposta a garantire il servizio per 8-9 ore al giorno». Se l'ostello rappresenta la contingenza, i fondi Bracher, destinati all'apertura al pubblico della galleria Santa Barbara e ad altri interventi nell'ambito dello storico sito minerario, sono il futuro.
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