Valmassoi, i dettagli del patteggiamento
CORTINA. Investì Loredana e non si fermò. La famiglia della barista romena Loredana Tiron ha avuto la sentenza di patteggiamento a 16 mesi, con sospensione condizionale della pena, di Aldo Valmassoi, il maestro di sci che la sera del 21 gennaio di due anni fa provocò la morte della ragazza, in via Guide Alpine, travolgendola con il suo furgone Opel Vivaro.
Il legale dei genitori della vittima, Ana Maria Codreanu, stava valutando se presentare un ricorso in Cassazione o alla Corte europea dei diritti dell’uomo, sulla base di quello che ha scritto il giudice per le indagini preliminari Montalto il 5 gennaio. Ma la sentenza non risulta impugnata ed è diventata irrevocabile il 26 febbraio.
Valmassoi era alla guida in stato di ebbrezza, mentre alle 21.26 percorreva quella strada in direzione San Vito. Nelle sue dichiarazioni e nelle sommarie dichiarazioni rese da un amico risulta che, tra le 20 e le 21, avesse bevuto «uno spritz aperol, due bicchieri di prosecco, una birra e un bicchiere di prosecco». Tutto questo non poteva emergere dall’esame alcolemico, perché l’uomo venne rintracciato a casa sua dai poliziotti del Commissariato, a distanza di alcune ore. Ecco perché questo è un illecito amministrativo da 600 euro e due anni di sospensione della patente e non ha rilevanza penale.
Arrivato all’altezza del numero civico 122 di un tratto rettilineo della strada comunale a doppio senso di marcia, senza linea di mezzeria, dotato di marciapiede sul lato destro e con i lampioni dell’illuminazione pubblica accesi, in una serata dal cielo sereno e con buone condizioni di visibilità «collideva con la propria parte anteriore destra contro la parte posteriore del pedone che, in quel momento, stava percorrendo la stessa via nella stessa direzione di marcia, sul lato destro della strada. Il Valmassoi, nonostante l’urto, non si fermava, ma proseguiva la marcia». Non ha percepito l’ostacolo ed emerse che stava mandando un messaggio su Whatsapp alla fidanzata. Tanto è vero che non ha nascosto il veicolo, parcheggiandolo in una zona esterna all’abitazione e ben visibile dalla Statale.
Gli sono stati contestati la guida in stato di ebbrezza, nell’ipotesi più lieve e l’omicidio colposo, ma non l’omissione di soccorso. Sulla base di questo, si è arrivati a patteggiare un anno e quattro mesi di reclusione con pena sospesa, 600 euro di ammenda, e due anni di sospensione della patente. Disposto il dissequestro del veicolo e del telefono. (g.s.)
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