Vandali e ubriachi: il centro si infuria

Vetrine rotte, negozi danneggiati ed escrementi un po’ ovunque. I residenti: «È il risultato della troppa tolleranza»

BELLUNO. Bicchieri in frantumi, rifiuti organici, danni alle vetrine di attività commerciali, schiamazzi notturni. Le problematiche che si riscontrano nei fine settimana nel capoluogo tornano in primo piano: sabato mattina Erik Doro, proprietario del bar Rialto in via Mezzaterra, ha trovato un grosso foro sul vetro inferiore della porta del locale, la vetrata del battente in frantumi e frammenti di vetro ovunque. Lo stesso giorno un’altra brutta scoperta è stata fatta da Luca Casol dell’omonimo pPanificio di via Duomo: il chiavistello che tiene insieme le due grosse finestre del portone era stato sfondato. E ieri Damiano Deon della Pasticceria Bellunese, in piazza delle Erbe, segnalava al sindaco Jacopo Massaro, su Facebook, che «per la sesta domenica consecutiva ho trovato del vomito all’esterno del mio locale, sulla porta d’ingresso e su una sedia. Ho comunque avuto modo di parlare con il sindaco e con il comandante della polizia locale, che si sono dimostrati disponibili e comprensivi e non posso che concordare sul fatto che la causa principale di questa situazione è la mancanza di educazione. Non si può certo multare una persona, soprattutto se un minore visto che soprattutto di minori stiamo parlando, se vomita fuori dal locale. La speranze, piuttosto, è che i genitori comincino a tirare un po’ di più le orecchie ai propri figli. Il Comune, mi sembra giusto riconoscerlo, ha fatto e sta facendo il possibile, non chiedo certo di militarizzare il centro. Personalmente proverò a illuminare meglio lo spazio di mia competenza e aggiungere qualche avviso, visto che le due telecamere in funzione hanno ripreso tutto, seppur senza consentire l’individuazione dei responsabili».

«Capisco essere festaioli», sottolinea Casol, «ma c’è decisamente modo e modo. Perché questi ragazzini non corteggiano le loro coetanee invece di passare la serata a far danni? Non è la prima volta che qualcuno danneggia il mio negozio. Per fortuna l’altra sera non sono entrati, ma si sono limitati a sfondare il chiavistello, sul portone retrostante. Non voglio condannare nessuno e capisco anche le difficoltà che possono avere i baristi, ma in alcuni casi dovrebbe esserci maggior controllo della situazione».

A parlare della mancanza di senso civico è Manuela Selvestrel, vice presidente di L’Antico Borgo, che lavora al banchetto di frutta e verdura di piazza delle Erbe. «Degradare un’intera generazione è brutto», commenta, «quelli che si ubriacano e commettono atti di vandalismo sono solo una parte. In ogni caso, i giovani dovrebbero essere educati al rispetto dell’arredo urbano e del bene pubblico. Non è corretto dare tutta la colpa ai gestori dei locali».

Ma il problema è che nella maggior parte dei casi i ragazzini (dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza del Comune si vede che quasi sempre sono minorenni) non si ubriacano nei locali, ma tirano fuori dagli zainetti bottiglie di alcolici. E il degrado non riguarda solo l’area tra piazza delle Erbe, Porta Dojona, via Mezzaterra e piazza Duomo.

Nella lunga fila di commenti “scatenati” ieri su Facebook dalla segnalazione di Deon diverse persone parlano della situazione di via Sottocastello, sabato e domenica mattina. «Troppa tolleranza e assenza di limiti non producono mai buoni risultati», mettono in risalto due membri del Comitato Cittadino Belluno. «Puntualmente vengono fatte segnalazioni all’ufficio protocollo. Nel fine settimana, soprattutto dopo le 22.30 e fino all’una di notte, la situazione in centro storico degrada: c’è chi gira urlando e, venerdì scorso, qualcuno giocava a calcio in piazza dopo mezzanotte e mezza. Ci vorrebbero soluzioni drastiche, con controlli più diffusi e puntuali. E il Comune deve applicare le sanzioni previste dal regolamento di polizia urbana per i “comportamenti vietati”».

«Il Comune conosce bene la situazione», evidenzia Massaro, «che tra l’altro va a periodi e riguarda non solo il centro storico, ma anche Salce, per esempio, e Cavarzano. Siamo intervenuti e continuiamo a farlo, “pizzicando” i ragazzi, sanzionandoli e, quando minorenni, contattando i genitori. Il fatto è che c’è un problema di educazione alla base di tutto».

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