Vanoi, pubblicato il documento delle risposte alle osservazioni

Bortoluzzi: «Non sono state valutate sicurezza e alternative concrete alla diga. La contrarietà della Provincia di Belluno continua»

I partecipanti a un marcia di protesta contro la diga del Vanoi
I partecipanti a un marcia di protesta contro la diga del Vanoi

«La contrarietà della Provincia alla diga del Vanoi rimane intatta e non scalfita. Le risposte arrivate alle nostre osservazioni non sono sufficienti. E riteniamo che il dibattito dovesse vertere sulle alternative progettuali, mentre progettisti e proponenti non pongono nessuna alternativa alla realizzazione del bacino artificiale». A parlare così oggi, martedì17 dicembre, il consigliere provinciale delegato al demanio idrico e alla Protezione civile, Massimo Bortoluzzi, all’indomani della pubblicazione del documento delle risposte alle osservazioni, tappa indispensabile del dibattito pubblico previsto dalla normativa. 

La Provincia di Belluno infatti aveva inviato un corposo impianto di osservazioni allo studio di fattibilità della diga, elaborato dai progettisti incaricati dal proponente la diga, il Consorzio di Bonifica Brenta. E con il supporto della struttura tecnica ha partecipato a tutte le tappe del dibattito pubblico, oltre ad aver approvato due delibere di consiglio di contrarietà all’opera. 

Tra le osservazioni avanzate, soprattutto quella relativa alla sicurezza della costruzione della diga, visto che il Vanoi insiste in zona P4 del piano di assetto idregeologico (“Pericolosità da frana molto elevata"). Nel documento di risposta tecnica del Brenta alle osservazioni, si legge che «in linea generale a livello progettuale non esiste un’incondizionata impossibilità a realizzare l’opera di ritenuta in presenza di una pericolosità da frane, come sembra potersi leggere fra le righe di alcune osservazioni, bensì esiste una verifica di compatibilità fra la franosità del territorio e le opere previste, al lordo anche degli eventuali interventi di mitigazione; compatibilità che nel caso specifico, e sulla base dei dati al momento disponibili a livello di DocFap, esiste ed è stata espressa […] l’attribuzione di una pericolosità geologica P4 non è di per sé automaticamente motivo di esclusione nella localizzazione di un’opera infrastruttura. Nel caso specifico riscontrando l’assenza di condizioni che possono dare origine a instabilità di grandi masse, preso atto della previsione progettuale di interventi di difesa e prevenzione, in sostanziale assenza di un incremento del carico insediativo, viene fornito un giudizio di compatibilità geologica».

«Resta difficile intersecare la compatibilità geologica con la richiesta di incolumità sollevata. E resta difficile capire quali garanzie di sicurezza vengono date, tanto più che il proponente ha ritenuto non necessario spiegare il progetto al territorio bellunese, quello che avrebbe le ricadute più pesanti in caso di costruzione della diga e in caso di danni all’impianto» commenta il consigliere Bortoluzzi. «La richiesta di valutare soluzioni alternative alla diga, a partire dall’alternativa zero e dalla ricerca di altre soluzioni al problema della siccità e della carenza idrica, non è stata contemplata. Come non sono state date risposte esaustive al nostro dubbio che in corso d’opera si sia voluto mettere insieme un fine irriguo e uno scopo di laminazione per prevenire gli allagamenti della pianura. Anche il dubbio che il nuovo lago possa essere inservibile nel giro di pochi anni a causa dell’inghiaiamento rimane. Per cui la contrarietà rimane immutata».

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