Varato il nuovo statuto con il consiglio dei ragazzi

Longarone, via libera in aula a quasi tre anni dalla fusione con Castellavazzo Soddisfatto Croce: valorizzati i paesi. Critico Romanin: c’è poca sostanza

LONGARONE. Al via il nuovo statuto comunale. Dopo un lungo iter infatti i consiglieri hanno varato il documento frutto di quasi due anni e mezzo a cura di una commissione che ha lavorato in sinergia con gli uffici per perfezionare la prima bozza post fusione, redatta dall’allora commissario Carlo De Rogatis. Il gruppo di lavoro era formato dal capogruppo di maggioranza Manuel Bratti e composta dai consiglieri Meggie Piucco e Marco Campus per la maggioranza e Francesco Croce e Manuel Sacchet per la minoranza.

«Ringrazio tutti quelli che hanno collaborato – spiega Bratti- è stato un percorso impegnativo ma carico di passione. Abbiamo mantenuto lo spirito della prima versione proposta da De Rogatis puntando sulla partecipazione e l’attenzione al territorio. A quasi tre anni dalla fusione i cittadini, con grande maturità, si stanno ormai abituando e non si percepiscono più le differenze dei paesi. Questo ci ha spinto a superare il concetto di una municipalità a Castellavazzo, verso l’attenzione a tutte le frazioni con l’introduzione di Rivalta e delle località storiche, tra cui il riconoscimento di Villanova (zona industriale) e Vajont (vicino a Codissago dove c’era un borgo prima del disastro, ndr). Tra le novità la conferma della possibilità di creare delle consulte frazionali per cui dovremmo creare dei regolamenti specifici e il consiglio comunale dei ragazzi che recepisce un’idea dell’istituto comprensivo con il loro progetto dei mini sindaci».

Soddisfazione anche dal gruppo di minoranza “Il Quadrifoglio” con Croce: «A noi premeva sottolineare le radici storiche del territorio e valorizzare tutti i paesi come tasselli di un unico mosaico. Per questo abbiamo sempre rivendicato il concetto di frazionismo. Lo statuto quindi guarda al futuro ma non si dimentica del passato, ora abbiamo, insieme ai cittadini, la responsabilità di attuare i nostri propositi».

Unica nota fuori dal coro, seguita dal sui voto contrario, quella di Antonio Romanin del gruppo “Longarone, Castellavazzo: una comunità”: «Se devo essere sincero mi pare che non sia stato fatto un buon lavoro. Questo statuto, frutto anche dell’impegno del vecchio segretario Barbera che non è stato ringraziato, a me non piace: manca l’innovazione e la partecipazione. Non è stato inserito il promesso bilancio partecipato, respingendo una proposta della minoranza e ancora oggi non c’è un regolamento per i comitati frazionali. I cittadini devo essere protagonisti della gestione del bene comune come gli usi civici e le sedi frazionali. Insomma: questo documento è tanta enfasi e poca sostanza».

Il sindaco Roberto Padrin replica che: «Non si può delegare in toto al cittadino la gestione dei beni comunali. In questi anni nessuno mi ha mai manifestato la volontà di creare i comitati frazionali. Ci sono già tanti gruppi e associazioni di volontariato che rappresentato egregiamente ogni zona. Tuttavia, se ci fossero richieste dalla popolazione di creare questi organi, noi siamo disponibili a valutarle».

Infine un piccolo caso politico: il consigliere di minoranza del “Quadrifoglio” Manuel Sacchet ha proposto un emendamento per inserire Gardona, dove c’è la torre che svetta nel nuovo stemma comunale, tra le località riconosciute. L’idea è stata respinta per via dell’astensione di Romanin e di quattro membri della maggioranza (Bratti, Salvador, Piucco e Felltrin) che hanno così votato in disaccordo rispetto al resto del loro gruppo.

Enrico De Col

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