Veglie di preghiera e notti sui prati per don Cassol

LONGARONE. Sono passati ormai quattro anni da quando don Francesco Cassol, allora parroco di Longarone, è stato ucciso in Puglia, nella Murgia poco distante da Altamura, mentre partecipava a un raid...

LONGARONE. Sono passati ormai quattro anni da quando don Francesco Cassol, allora parroco di Longarone, è stato ucciso in Puglia, nella Murgia poco distante da Altamura, mentre partecipava a un raid Goum, una settimana di cammino spirituale, nel silenzio e a stretto contatto con la natura. Ma al di là della tragica scomparsa, il suo ricordo rimane vivo per l’intensità con cui ha saputo stringere legami con le persone: familiari, amici e parrocchiani.

E così, da allora, ogni anno si ripetono iniziative in sua memoria. A Longarone la parrocchia ha deciso di raccogliersi per ricordare l’ex parroco con una messa, domani sera alle 20.30. La famiglia di don Francesco, intanto, ha organizzato una veglia per questa sera ai Pascoli, sopra Bolzano Bellunese, nella casa in campagna dei suoi genitori, per ricordarlo dormendo all’aperto, per terra sotto le stelle, proprio come lui amava fare. «E resto lì a guardare, e a pensare, e a pregare. E corro da una stella all’altra e cerco di andare più oltre e intuisco che c’è nel cielo qualcosa di grande e di vero - aveva scritto don Francesco – Siamo nomadi con occhi, mente e cuore che anelano a un cielo stellato, perché nel cielo stellato hanno la loro vera casa». A volte, anche quando si trovava in canonica, sceglieva di dormire per terra cogliendo in quella scomodità una forma di avvicinamento alla sofferenza. E anche in quell’ultima notte il sacerdote stava dormendo per terra, nei pressi del Pulo di Altamura.

Così, chi vorrà potrà sentirlo vicino dormendo per terra: «L’invito è aperto a tutti – spiega Giovanni De Francesco, uno dei nipoti di Don Cassol -. Ci troveremo alle 20.30, per partecipare ad una veglia con don Robert Soccal, e poi dormire sul prato, con i sacchi a pelo. In caso di pioggia monteremo delle tende, per dare riparo a chi vorrà fermarsi. È una proposta semplice ed impegnativa allo stesso tempo, che ripetiamo ogni anno. E non sarà necessario venire ai Pascoli. Ognuno, intimamente, potrà decidere di ricordarlo scegliendo di dormire per terra questa sera, anche a casa propria».

Michele Giacomel

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