Velox non segnalato a Feltre, multa annullata

Respinta in appello l’impugnazione del Comune contro un automobilista: normative nazionali in contrasto
FELTRE. Tra i due litiganti, il terzo vince la causa. I due contendenti sono, in questo caso, due normative statali e a beneficiarne è un automobilista trevigiano di passaggio a Feltre che nel 2015 venne multato per aver superato il limite di velocità. A pizzicarlo fu la polizia locale grazie ad uno scout speed, dispositivo in grado di rilevare la velocità direttamente dentro l’auto di servizio. Quella multa, però, è stata annullata e il tribunale di Belluno, chiamato ad esprimersi sulla questione, ha dato ragione all’automobilista: il nodo sta nella mancata segnalazione dei controlli in corso.


Si aggiunge un nuovo capitolo alla vicenda giudiziaria che lo scorso febbraio ha visto il giudice di pace dare ragione all’automobilista trevigiano che, assistito dallo studio legale di Fabio Capraro, si era concentrato su sei punti (rilevazione con un’apparecchiatura non sottoposta a verifica periodica di funzionalità e taratura; mancata dimostrazione e carenza della corretta funzionalità del dispositivo; manifesta lesione dell’articolo 3 della Costituzione; tenuità del fatto; mancata segnalazione della postazione e illegittima rilevazione frontale della presunta infrazione). Proprio la mancata segnalazione della postazione è lo snodo fondamentale della questione: un obbligo per tutti gli strumenti, secondo l’articolo 142 del codice della strada, mentre per il decreto ministeriale sugli strumenti dinamici non è un dovere. Il codice della strada, però, è una fonte primaria rispetto al decreto ministeriale.


La questione in punta di diritto ha visto fronteggiarsi ieri l’automobilista trevigiano (presente per lo studio Capraro l’avvocato Elisa Danieli) e il Comune di Feltre difeso da Ferdinando Coppa. Il giudice Umberto Giacomelli ha respinto l’impugnazione del Comune che ora dovrà decidere se approfondire la questione in Cassazione. Potrebbe essere un apripista: al momento infatti non ci sono sentenze sul tema. Pochissimi i tribunali che hanno trattato l’argomento. A Rovigo due giudici distinti hanno riformato in appello le sentenze dei giudici di pace andando quindi in direzione opposta rispetto a Belluno. «Non c’è nessun intento punitivo» spiega Coppa, «ci siamo concentrati sull’aspetto tecnico-giuridico perché ci sono profili di incertezza».


Sulle Dolomiti il caso è tutt’altro che chiuso. Oltre all’automobilista trevigiano, ci sono altri due conducenti che hanno presentato ricorso. Uno è in attesa della sentenza in appello, un altro aspetta quella del giudice di pace. Nessun effetto, invece, sulle centinaia di altre contravvenzioni emesse fino ad ora: il ricorso contro il verbale va fatto entro 60 giorni e per il futuro il Comune sta mettendo a punto alcune accortezze per evitare nuovi casi.


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