Vende i funghi, stangata ma poi la multa è annullata

Un turista aveva acquistato finferli da una comeliana sprovvista di permesso L’Usl aveva sanzionato la donna citando un regolamento europeo sugli alimenti

COMELICO. I finferli in tribunale. Una donna del Comelico, che ne aveva venduto un chilo a un turista di Mestre ha dovuto attrezzarsi con un avvocato, per uscire indenne da una sanzione amministrativa dell’Usl 1 di 3 mila euro. Aveva già pagato quella da 300, che le aveva immediatamente notificato l’ispettore della Forestale. La fungaiola si è vista annullare la sanzione dal giudice civile Marta De Manincor, su richiesta dell’avvocato Francesco Rasera Berna, dopo che era stato necessario consultare addirittura i regolamenti emessi dalla Comunità Europea.

I fatti sono abbastanza recenti e l’epilogo è dei giorni scorsi. L’esperta cercatrice è una che conosce tutti i posti in cui trovare la materia prima e quel periodo, in particolare era favorevole ai gallinacci o finferli, appunto. Un fungo che gli chef, ma anche le massaie, servono preferibilmente cotto in olio, prezzemolo, aglio e peperoncino, da solo o come contorno. Molto meno esperto il turista della terraferma veneziana, che per fare meno fatica e non correre il rischio di perdersi nei boschi ha preferito tirare fuori i soldi e comprarne un certo quantitativo.

Sembrava un’operazione tranquilla - il valore di mercato di quel tipo di miceto è sui 15 euro al chilogrammo - ma una prima contestazione è arrivata da parte della Forestale, perché mancava il permesso alla vendita da parte del Comune di competenza: «In questo frangente, la mia assistita ha regolarmente pagato la sanzione, non trovando niente da ridire», spiega Rasera Berna, «quello che non immaginavamo è che in seguito intervenisse l’Usl con un’ulteriore sanzione, questa molto più alta».

La venditrice è stata accusata di aver violato un regolamento della Comunità europea, sull’igiene dei prodotti alimentari. È il numero 852 del 2004, che però non si applica “alla fornitura diretta di piccoli quantitativi di prodotti primari dal produttore al consumatore finale o a dettaglianti locali che forniscono direttamente il consumatore finale”.

La questione è finita davanti al giudice De Manincor. Rasera Berna si è concentrato sui regolamenti e la sua cliente è stata scagionata sulla base del fatto che può essere considerato produttore anche il raccoglitore di prodotti selvatici, come appunto i funghi. La sanzione è stata annullata, di conseguenza, ma «per un chilo di funghi siamo arrivati fino alla Comunità europea».

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